Heart Of Everything

Cosa trovi importante e centrale nella vita? Che cosa ti rende felice e come compi le scelte che, attraverso sacrifici o spinte da certi ambienti o dalle aspettative di chi ci influenza o ci troviamo in qualche modo di fronte, il misterioso iter che anche a fronte precipitium chiamiamo esistenza a bene placito ci consegna? E, ancora, come possiamo scoprire e restare ad abundantiam noi stessi, se non sappiamo come guardarci dentro e capire appieno il prezioso e arcano ab umbra lumen che ab origine, in un contrasto sottile come quello che scinde di solito gli opposti, è insito e connaturato in tutti noi? Queste sono le domande focali che animano e rendono de facto un concept album impegnato e sostanzioso “The Heart of Everything”, il quarto nell’intrigante produzione dell’iconica symphonic metal band olandese Within Temptation, un ensemble abile in questo CD dallo stile efficace ed essenziale a creare brani raffinati e dalle più variegate possibilità d’ascolto e d’interpretazione che, come un boia che non può far sconti, assommano in un riuscito mélange creativo song che, per via della rigida cupezza e della minacciosa vena gotica delle loro atmosfere alla Shelley, Stoker e Poe, s’abbracciano come splendide cascate d’amore ad altri, a contrariis soffici ed eleganti come le frasi di un dandy chic e distinto, unendo così ad hoc i ritmi rocciosi e i rift tempestosi di “Enter” alle struggenti sonorità e alle arie favolistiche di “Mother Earth” e regalando all’ascoltatore una prova di composta e rigorosa maturità artistica che la celestiale e ispirata Sharon Den Adel riesce sul serio a rendere unica, grazie a una voce che pare nascere ad fundum, sorgere come un sole scolpito di stelle in un Tempo-Senza Tempo magico e quasi onirico e sgusciare pura e limpida come la pioggia sotto una Luna vestita d’argento e una Notte tinta d’immenso. Veloce e visionario, “The Heart of Everything” è a mio avviso un CD di qualità, da ascoltare ad libitum e ad infinitum.