The Strange Death of Europe: Immigration, Identity, Islam

Quando leggo libri come questo mi chiedo: ma l'autore ci è o ci fa? L'autore fa un'analisi dettagliata dell'attuale situazione europea in merito all'immigrazione (c'è anche un capitolo su Lampedusa), tracciandone la storia fin dagli anni '90. Ci mostra come i nostri politici siano stati ciechi di fronte a quello che stava per accadere, come abbiano represso con violenza le voci dissidenti e come abbiano diffuso quella che lui definisce "tirannia della colpa". Ebbene, di fronte a tutto ciò l'autore neanche una volta si chiede: perché? Perché i nostri politici hanno deciso di uccidere i loro stessi paesi? Perché si sono comportati in maniera così irrazionale? Il libro sarebbe di certo stato più interessante e anche più utile se l'autore avesse scavato un po' di più, ma il mio dubbio è che l'abbia fatto apposta, proprio per evitare che il libro desse quelle risposte che la gente cerca. Inoltre, l'autore non si rende conto di una cosa che secondo me è palese. La mentalità che ha prodotto quelle cose da lui tanto lodate come i diritti dei gay, dei "non-binary" (qualunque cosa siano), dei trans, delle donne, ecc. è la stessa mentalità che ha prodotto l'immigrazione di massa. Non puoi avere i diritti di gay e trans senza avere anche gli immigrati. Non è difficile da capire. Come mai una persona colta come lui non ci arriva? Infine, perché dice che in occidente non c'è nulla che possa prendere il posto del cristianesimo? C'è, e si chiama antroposofia. Mi pare strano che uno come lui che mastica la filosofia non abbia mai sentito parlare di Steiner. Insomma, il mio dubbio è che l'autore sia un bravo gatekeeper.

Fantastica lettura. Douglas Murray fa un'accurata analisi storica e trae le sue conclusioni