H/H

Leggere i suoi libri mi infondono rilassatezza e mi danno calma. Come sempre al centro dei suoi racconti tratta temi importanti come la vita, la morte, ,la malattia, la famiglia, la solitudine, l'amore.

Il mio è un giudizio a metà, essendo che mi manca ancora il secondo racconto, Hard luck, e che non conosco affatto l'autrice (nessuna vaga idea del suo background privato e professionale). Ma non credo sia un fattore limitante: trovavo questo libro all'incirca un anno fa, tra i libri in regalo di una biblioteca, e affascinata dalla brevità con cui mi si presentava il volume, ho deciso di portarlo via con me. Non avevo mai letto un libro di "nazionalità giapponese", ma avevo sentito tessere le lodi sulla letteratura giapponese e il linguaggio particolare che emerge dai libri composti in questa lingua. Chiaramente si tratta di una lontana reminiscenza, ma anche adesso, attraverso la traduzione dell'edizione Feltrinelli nella collana "I Canguri", è facile pervenire ad una semplice constatazione: questo stile asciutto, questa sintassi lineare e tutt'altro che dispersiva, le immagini, allegoriche o meno, sempre coerenti e delicate si sposano perfettamente con l'interrogarsi della protagonista sulla perdita degli altri (e quindi di sé), per niente forzata, ma spontanea e genuina, direi, liberamente fluida come il passare delle ore in quella sua glaciale e onirica fuga tra le montagne in Hard boiled!

Yoshimoto torna finalmente, dopo i precedenti 2 o 3 libri rivelatisi molto al di sotto delle aspettative, con questi 2 racconti riusciti particolarmente bene. Una lettura semplice e scorrevole ci porta con leggerezza nel mondo del ricordo di persone care che non ci sono più; colpisce la relativa serenità con cui l'argomento viene trattato e rende spontaneo il pensare che la vita va avanti nonostante tutto. Particolarmente suggestivo il primo racconto: non una enigmatica storia di fantasmi (com'è stata definita, a mio avviso assai frettolosamente, dai commentatori che mi hanno preceduto) ma una piacevole avventura fra sogno e realtà che induce a malinconiche, ma niente affatto spiacevoli, riflessioni.