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Terzo numero della rivista Hypnos, rivista di letteratura weird e fantastica che spazia dai classici dell'ottocento fino ai giorni giorni nostri, e come in tutti gli altri numeri, con alti e bassi dal punto di vista qualitativo, anche se, ovviamente, qui entriamo nel campo dei gusti personali. E' il caso, per esempio, dei due racconti di Fritz Leiber che per altri lettori potrebbero risultare dei capolavori, ma che a me hanno un po' deluso. Ma è proprio una mia predisposizione personale a preferire racconti più scorrevoli piuttosto che testi, seppur ben scritti, pieni di elucubrazioni mentali, dove mancano i dialoghi e pieni di introspezioni psicologiche difficili da seguire e che alla fine stancano. Più o meno stesso discorso per l'opera di John Langan: tante e tante pagine per non dire nulla. Per fortuna si salva un po' con il finale a sorpresa. Immancabile poi la lunga (troppo lunga e inutile secondo me) lista di nuove uscite editoriali in lingua inglese, come se tutti i lettori si mettessero ad acquistare libri in altra lingua. Non manca poi il racconto italiano vincitore del premio Hypnos, con autori più o meno capaci. Quello presente in questo numero non mi è sembrato un granché. Da sottolineare per finire un buon classico di Washington Irving.
Terzo numero ricco di inedite sorprese come al solito. Partiamo da due storie di quel grande sperimentatore che è stato Fritz Leiber; "Il fonditore di bottoni", lungo racconto caratterizzato da una prosa raffinatissima costituita da interminabili periodi a volte difficili da seguire, la storia rimanda a volte al superbo romanzo di Lieber "Nostra signora delle tenebre", in cui gli orrori mentali e "paramentali" si annidano all'interno di un edificio. Racconto claustrofobico, cupo ed onirico, una delle sue migliori storie weird, genere in cui l'autore a mio avviso rendeva molto di più rispetto alle storie di fantascienza o fantasy. Il secondo racconto "Dormi ancora, Biancaneve", invece è un breve, bizzarro, diabolico, morboso e sensuale componimento che non mancherà di stupire il lettore. "Il diavolo e Tom Walker" di W. Irving, storia scritta nel primo ottocento è il tipico e buon racconto di vessazione e tentazione demoniaca, un classico di quei tempi. Per quanto concerne gli autori contemporanei, possiamo gustarci la storia dedicata a Poe, intrigante e scritta magistralmente da John Langan ("Technicolor"), con finale a sorpresa e il buon racconto di Moreno Pavanello. Ancora una volta... risultato finale eccellente.
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