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Pink Floyd in vinile: Remastered Edition

Difficile scrivere qualcosa di originale sui Pink Floyd: gli originali erano loro.
Il sound dei Pink Floyd ha travolto e cambiato la propria epoca come è accaduto a poche altre band nella storia, divenendo paradigma imprescindibile per tutti quelli che si cimenteranno in seguito con la musica rock.
Syd Barrett, Roger Waters, Nick Mason e Richard Wright incrociano le proprie strade nella Londra del 1965: fermento culturale, artistico e sociale non possono che ispirare ulteriormente il già notevole talento dei nostri, che pubblicano due anni dopo The Piper at the Gates of Dawn ed entrano a pieno diritto nella storia.
Il cammino a seguire sarà lungo e ricco di soddisfazioni, gloria, capolavori, ma anche cambi di formazione, tragedie, litigi e colpi bassi. Nulla di ciò – va detto – si ripercuoterà mai sulla qualità della musica del gruppo, la cui parabola (per lo meno quella “storica”) si chiuderà nel 1983 con The Final Cut.


 

Premesso che la discografia dei Pink Floyd bisognerebbe possederla in toto, magari approfittando delle ristampe in vinile (che in fondo è supporto originario di questa musica), ci sono almeno cinque album che non possono mancare in una collezione che si rispetti: Quali? Ecco il nostro modesto consiglio:

THE PIPER AT THE GATES OF DAWN (1967)
Psichedelia allo stato puro. Il genio visionario (non ancora folle) di Syd Barrett si dispiega lungo i solchi dell’album dando vita a splendidi brani allucinati, ispirati alla fantascienza o a fiabe con gnomi e fate quali protagonisti. Gli undici minuti di Interstellar Overdrive sono il picco dell’album (e probabilmente della musica psichedelica tutta).

ATOM HEART MOTHER (1970)
Da due anni Syd Barrett è uscito dal gruppo: l’inaffidabilità dovuta all’abuso di acidi lo ha allontanato dalla band. Il nuovo chitarrista, David Gilmour, porta nuova linfa creativa e Atom Heart Mother è in effetti uno degli album più complessi, raffinati e suggestivi di tutti i ’70. Sulla celebre cover del disco non compaiono titolo e nome degli autori, ma una mucca al pascolo.

THE DARK SIDE OF THE MOON (1973)
È il terzo album più venduto di tutti i tempi; è rimasto in classifica per circa 14 anni; la copertina la conoscono proprio tutti. Sì, ma la musica?
Suoni, atmosfere e liriche (testi che raccontano, in realtà, del lato oscuro di ognuno di noi) sono qualcosa di mai sentito fino a quel momento , frutto di intuizioni formidabili ed enorme attitudine verso l’esplorazione di territori sconosciuti.

WISH YOU WERE HERE (1975)
Si dice che questo album sia dedicato a Syd Barrett. I temi trattati nel disco trattano di alienazione, perdita dell’innocenza e disagio nel rapportarsi allo show-business, per cui è possibile che ci siano dei riferimenti al vecchio compagno di viaggio. Sicuramente, ci sono nella splendida Shine on Your Crazy Diamond.

THE WALL (1979)
Inarrivabile opera rock, un capolavoro che mette in musica alla perfezione quei sentimenti di solitudine, isolamento e mancanza di comunicazione che spesso colgono l’animo umano.
Il singolo Another Brick in the Wall (Part 2), inoltre, raggiunge il primo posto in classifica e sostiene la già enorme fortuna commerciale dell’album (che commerciale non è).
Purtroppo, il disco segna anche la fine della formazione classica dei Pink Floyd, ormai dilaniati da tensioni interne.