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Mi avevano avvertito di quanto fosse pesante la letteratura russa ed è abbastanza vero. Il principe Lev Nikolàevič Myškin è un uomo assolutamente buono che ammette candidamente di considerarsi un idiota. Tornato in Russia dopo un soggiorno in Svizzera in una clinica dove si era cercato di guarirlo dall'epilessia è rimasto senza un soldo, anche se spera di incassare una cospicua eredità. Prima però decide di fare visita alle sue uniche parenti, vale a dire Elizavèta Prokòf'evna, e le tre figlie. Il destino del nostro idiota che invece è considerato da molti intelligentissimo si intreccia con quello di Nastas'ja Filìppovna una bellissima orfana, ex-mantenuta che si ritrova contesa da vari uomini. Sarà nel suo temporaneo alloggio che la incontrerà insieme a un vasto campionario di umanità di cui parte si mostra decisamente gretta e alquanto lontana dalla sua ingenua bontà. Il romanzo si arricchisce poi di altri comprimari. Curiosa la figura di Nastas'ja che a tratti pare una povera ragazza che è stata costretta a farsi mantenere, ma che mantiene onestà e dignità e a tratti una pazza furiosa, che ama combinare casini. Ai vari intrallazzi amorosi che coinvolgono anche Aglaja cugina del principe si mescolano discorsi su temi importanti. Ma la ricchezza, l'intelligenza e i valori poco possono contro la natura e la brutalità umana e suppongo sia questo il messaggio che vuole lasciare il romanzo. Non è un libro brutto, questo no, ma non mi pare proprio il caso di definirlo "Da leggere assolutamente". Alcune parti erano interessanti e scorrevoli, altre di una noia mortale e ridondanti. Il discorso del malato Ippolìt è indubbiamente la cosa più pesante che abbia mai letto. Un'opera di un certo valore, ma non proprio il mio genere e di certo non imperdibile a mio modesto parere.
Il romanzo segue gli eventi capitati al principe Myškin, un giovane appartente ad un’altolocata famiglia nobiliare, che sta facendo ritorno a San Pietroburgo dopo un lungo soggiorno in Svizzera per curarsi dall’epilessia . Myškin è un uomo spiritualmente buono e nobile ma alquanto ingenuo e inesperto della vita; in treno, egli fa conoscenza con Parfen Rogožin, giovane brillante e di temperamento aggressivo, che racconta del suo amore folle per una donna, Nastas’ja Filippovna. Rogožin è il figlio di un mercante; incontra il generale Epančin, suo ultimo parente, e qui conosce le sue figlie: Aleksandra, Adelaida e Aglaja, una fanciulla tanto giovane quanto bella. Myškin incontra anche il segretario del generale, Gavrila “Ganja” Ardalionovic, che, pur amando Aglaja, vorrebbe sposare Nastas’ja per impossessarsi delle sue ricchezze. Il romanzo prosegue raccontando le tumultuose vicende dei vari protagonisti. Nell’edizione i Grandi Classici della RL SpA è un corposo romanzo di ben 807 pagine, lettura decisamente impegnativa.
ottima edizione economica
Sublime