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L' incessante meraviglia. Filosofia, espressione, verità - Salvatore Natoli - copertina
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L' incessante meraviglia. Filosofia, espressione, verità - Salvatore Natoli - copertina
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Descrizione


La filosofia è una battaglia intorno all'essere, perché essa cerca il significato di quel che esiste: così facendo porta all'esistenza i significati stessi, costruisce il senso del mondo. La battaglia intorno all'essere coincide dunque con una battaglia intorno alla verità. Ora questo è possibile solo se si è nelle condizioni di poter discernere il vero dal falso. Ragionare intorno alla verità significa quindi ragionare sul tempo e l'eternità. Se così è, la filosofia si configura come una battaglia di giganti intorno all'essere, poiché si caratterizza come una sfida che esige dagli uomini uno sforzo estremo qualunque sia il grado della loro forza. Tutto ciò lo aveva ben chiaro Nietzsche quando si domandava di quale e quanta forza necessitano gli uomini per reggere il peso della verità dai discorsi si generano dunque i discorsi. Sotto questo aspetto, la verità è davvero inesauribile: essa è qualcosa di non concluso e insieme non pare suscettibile di conclusione. Ora, se ciò a cui gli uomini pervengono non è mai definitivo, si capisce bene perché nel corso del tempo la verità sia venuta sempre più a coincidere con quel che si cerca piuttosto che con quel che si trova. Quel che qui soprattutto emerge è il modo in cui la verità è messa in gioco nei diversi linguaggi, con un focus sulla questione della verità così come essa è formulata nella epistemologia storica di Foucault.
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Dettagli

1993
1 gennaio 1993
190 p.
9788836300358

Voce della critica


recensione di Civita, A., L'Indice 1994, n. 5

Salvatore Natoli ha raccolto in questo volume nove saggi filosofici scritti tra il 1984 e il 1991. Il libro si divide in due parti: nella prima, intitolata "Espressione, linguaggio, verità", vengono affrontati temi che sono al centro del dibattito contemporaneo, come lo statuto attuale della filosofia e il problema della verità, il linguaggio e l'interpretazione, il ruolo della filosofia di Rorty, la funzione del linguaggio metaforico. La seconda parte, intitolata "L'epistemologia storica di M. Foucault", comprende due saggi, notevoli per chiarezza e profondità, sul significato filosofico dell'opera di Foucault.
Siamo di fronte, come si vede, a un ventaglio molto ricco di argomenti; che tuttavia non restano dispersi ma vengono elaborati e annodati sul filo di una precisa e originale prospettiva teoretica. Per illustrare questa prospettiva può essere utile prendere spunto da due brani del testo. Nel primo Natoli assume posizione nei confronti del pensiero debole: "Noi oggi siamo più che mai nella necessità di decidere del vero e del falso. Ma per reggere a questo peso bisogna disporre di una forza inaudita come mai all'umanità era stata richiesta. La costante esposizione alla contingenza esige un alto disegno. Questo è il modo corretto con cui bisogna considerare l'impresa scientifica che ha poco a che fare con la definitività del vero, ma corrisponde a prese di decisione sulla verità a fronte dell'imponderabile. Se il pensiero debole si fosse avventurato in questo versante si sarebbe accorto del fatto che il cosiddetto pensiero forte per molti versi era ancora un pensiero ingenuo e che a fronte di quell'ingenuità tocca a noi essere veramente forti, dovendoci assumere il peso e la responsabilità della verità".
Il secondo brano riguarda Heidegger, un autore molto importante nella riflessione di Natoli, dal quale nondimeno egli prende le distanze: "L'accadere del senso manifesta in quanto lascia essere. All'interno di questa apertura si apre il gioco spietato dell'enigma, si tesse il reticolo della logica. Heidegger ha troppo insistito sull'apertura perdendo di vista le differenze. Quel che, al contrario, tocca fare è traguardare a quell'apertura attraverso le differenze. Se non si procede con quest'andatura, quando non si cade nella banalità il meglio che si rischia è una ridondante insignificanza". E ancora: "L'ultimo Heidegger ha tematizzato ed invocato l'apertura tralasciando ciò che nell'aperto accade".
Queste citazioni forniscono le coordinate per mettere a fuoco, sia pure in maniera schematica, la posizione di Natoli nel panorama filosofico contemporaneo. L'ambito intellettuale al cui interno egli si muove ha molti punti in comune con il pensiero debole e soprattutto con Heidegger: Natoli condivide la concezione heideggeriana della verità come 'alétheia', ossia come apertura originaria del senso e come limite e orizzonte di ogni accadere; condivide con l'ermeneutica e con il pensiero debole la svolta linguistica e con essa l'idea che le cose si costituiscono ed esistono nel linguaggio; si appropria completamente, infine, del rifiuto di qualsiasi opzione assolutistica sulla verità. Pur muovendo da queste premesse, Natoli non è però disposto ad accettare la tendenza di molta odierna filosofia a chiudersi in se stessa, in un'estenuante e solipsistica rimuginazione intorno alla perdita del fondamento e delle antiche certezze. Rinnovando in una tensione incessante la meraviglia da cui trasse origine presso i greci, la filosofia deve ritrovare la forza e il piacere per continuare a esplicare i suoi compiti essenziali, seppure all'interno di un campo concettuale modificato che non offre più le garanzie rassicuranti ma illusorie di un tempo. La filosofia deve aprirsi sul mondo e misurarsi con le verità effimere ma incisive prodotte dalla scienza e dalla prassi: "Nell'età contemporanea, la filosofia pareva estinta perché le erano venuti meno quegli oggetti che, secondo l'indicazione di Kant, le erano propri: Dio, l'anima, il mondo. Questi oggetti infatti in parte si sono dissolti, in parte vengono registrati sotto altro capitolo e passano sotto il dominio di altre discipline. Ma ciò non toglie che la filosofia ritorni nella forma della sua origine e si dispieghi ancora come incessante meraviglia. La crisi li disciplinarietà della filosofia, ammesso che ci sia, è compensata dalla richiesta di filosofia da parte di quelle medesime discipline che sembrava l'avessero condotta al tramonto. La filosofia rinviene proprio ai bordi di quei corpi disciplinari che nel loro sforzo di consolidarsi si deformano e perciò si interrogano sul loro grado di plausibilità e sul loro senso... Ciò che appare ai bordi degli oggetti che occupano lo spazio della presenza e li contorna, costituisce anche ed inevitabilmente lo sfondo intramontabile del loro divenire. In questo scarto rinviene l'implacabile domandare della filosofia".
In questo quadro ben si comprende l'interesse di Natoli per filosofi come Rorty e Foucault - nonché, naturalmente, per Nietzsche, che funge da nume tutelare. Il valore di Rorty sta nel configurarsi come punto, altamente simbolico, di confluenza fra due tradizioni storicamente antagoniste: la tradizione ermeneutica europea e quella pragmatista americana. Queste due correnti entrano in consonanza nel momento in cui con mezzi diversi portano a dissoluzione una filosofia intesa come centro e fondamento di ogni sapere. Quanto a Foucault, questi è, secondo Natoli, il rappresentante più coerente di un modo di fare filosofia che ha lasciato dietro di sé ogni mitologia dell'assoluto o del fonda mento, per immergersi fino al collo in una ricerca a un tempo epistemologica e genealogica sulle regole e sulla stona materiale dei saperi.

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Conosci l'autore

Salvatore Natoli

1942, Patti

Si è laureato in filosofia presso l'Università Cattolica di Milano. Ha insegnato logica alla facoltà di lettere e filosofia dell’Università Ca' Foscari di Venezia, filosofia della politica alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano, filosofia teoretica all'Università di Milano-Bicocca e Storia delle idee all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.Tra le sue pubblicazioni: La felicità: saggio di teoria degli affetti (Feltrinelli 1995); Dizionario dei vizi e delle virtù (Feltrinelli 1997); La salvezza senza fede (Feltrinelli 2007); Nietzsche e il teatro della filosofia (Feltrinelli 2011);L'educazione alla felicità (Aliberti 2012); Perseveranza (il Mulino 2014); Il linguaggio...

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