L' incredibile storia di un cranio

Ho scoperto da pochissimo questo scrittore staordinario e ancora ringrazio la sorte che me ne ha offerto la conoscenza: data la mia età piuttosto avanzata ho rischiato di perderlo, sarebbe stato devvero un peccato! Le recensioni che mi precedono sono talmente puntuali e dettagliate che non mi lasciano molto da aggiungere: una lingua poetica e raffinata, un' atmosfera fantastica e surreale per una storia che invita a riflettere sulla realtà dei temi essenziali che definiscono e determinano il nostro destino di esseri umani.

L'ultima opera del nostro grande scrittore è si una sorta di infausta profezia sul destino dell'uomo in relazione al modo con cui si rapporta e interagisce con il pianeta stesso, ma altresì come tutte le grandi opere letterarie, rappresenta un multistrato di svariate chiavi di lettura, fascinose e torbide, poetiche e angoscianti. Tematiche e superbe atmosfere, una trama che intriga caratterizzata da una tipologia di prosa di rara bellezza stilistica e sintattica, uno sguardo profondo e mistico che come illuminanti affreschi pittorici, inducono i lettori ad astrazioni filosofiche, a considerazioni sulla multidimensionalità dell'esistenza e di tutta la materia stessa. L'abuso della scienza sull'essenza della natura è come la magia, una violenza anche nei confronti dell'ultrasensibile e del suo speculum terreno, un tentativo di dominio da parte dell'uomo che non riesce a comprendere, perchè brama il controllo e il dominio a discapito dell'armonia fra noi stessi e gli elementi.

L’ultimo romanzo scritto dal grande autore siciliano, scomparso nel marzo di quest’anno, ha il sapore di un testamento, un messaggio forte, a futura memoria, con cui lui, che era medico, mette sull’avviso l’umanità sui limiti etici del progresso scientifico. Se con La divina foresta aveva immaginato la creazione della vita, con L’incredibile storia di un cranio ci parla della sua fine. Il libro inizia in un’atmosfera lucreziana, in un’idilliaca natura, in cui la flora e la fauna, in quest’ultima compreso l’uomo, sembrano vivere in un’armonia perfetta, in un equilibrio tale da ristorare l’animo, perché il creato, frutto di un caos che ai nostri superficiali occhi può apparire imperfetto, è invece quanto di più attentamente realizzato ci sia dato di conoscere. Purtroppo l’essere umano è l’elemento disgregatore, colui che, grazie a un’imparziale conoscenza, crede di sapere tutto o quasi e di poter fare tutto o quasi. Così nella società descritta da Bonaviri, caratterizzata dall’invecchiamento della popolazione, che aumenta oltre ogni limite il ricorso alle risorse, si provvede temporaneamente a un’eutanasia attiva, sopprimendo gli anziani, in quanto non più utili al sistema, ma al tempo stesso si ricerca, si sperimenta, si elabora per arrivare, tramite clonazioni, a una nuova specie di esseri umani, in parte vegetali, con la funzione specifica di addormentare le passioni eccessive degli altri uomini, intorpidire i sentimenti, anche quelli negativi, provocando un generale appiattimento della qualità della vita. Pur nella vicenda fantastica, il messaggio di Bonaviri è chiaro: può l’uomo, con la sua scienza, andare oltre la natura? E se lo fa, quali saranno le conseguenze? Le risposte sono nel finale del romanzo, apocalittico. L’incredibile storia di un cranio finisce con il diventare così la credibile storia di un’umanità che volle elevarsi su tutto e che si illuse che per essa nulla fosse impossibile. La lettura è certamente più che raccomandabile.