Il volume propone una galleria di ritratti, costruiti sulla base di solidi apparati bibliografici, di cui sono protagonisti Napoleone Colajanni, Gaetano Salvemini, Piero Gobetti, Carlo Rosselli, Aldo Capitini, Guido Calogero, Piero Calamandrei e Norberto Bobbio. Otto intellettuali italiani del Novecento accomunati dalla "laicità", sia pure declinata in forme diverse. Il senso di questa chiave interpretativa emerge fin dalla prima figura presa in esame, quella di Colajanni, irrisolta ma anche per questo suggestiva. Fu lucida, in particolare, la sua critica del trasformismo giolittiano, ricondotto all'assenza in Italia di "partiti veri" e all'"asservimento a una persona", che egli descriveva come "la più laida contraffazione del regime rappresentativo". Salvemini, un intellettuale refrattario a ogni tipo di categorizzazione, fu un osservatore delle convergenze tra l'Italia cattolica e quella fascista, ma nel contempo evitò le condanne complessive, assai diffuse nella sinistra antifascista, del mondo cattolico in blocco. La "laicità", analogamente nel senso di autonomia di pensiero, caratterizzò inoltre l'originale versione del liberalismo elaborata da Gobetti, il socialismo liberale di Rosselli, il liberalsocialismo di Capitini, la "filosofia del dialogo" di Guido Calogero, la difesa del principio di legalità e dello stato di diritto di Calamandrei. Il volume si chiude con Norberto Bobbio, la cui laicità è primariamente individuata nel rifiuto della "partiticità della cultura": basti pensare alla difesa del valore del pluralismo politico nei suoi dibattiti con Della Volpe e Togliatti. Appare così giustificato il tentativo di evidenziare nei ritratti la centralità del tema della laicità, connotato non certo scontato nella storia intellettuale del nostro paese. Giovanni Borgognone
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