L'inverno di Monti. Il bisogno della politica

Il testo scritto dall'autore è uno altro sterile e inconcludente monologo con se stesso. Mario Monti viene paragonato ad un crudele dittatore romano che ha impoverito il paese. I nodi chiave che (ancora oggi) affliggono l'economia italiana ed hanno portato alla situazione allora insostenibile vengono completamente trascurati, la lista è lunga, cito solo alcune di cui non si parla minimamente: alta evasione fiscale media, macchina della giustizia che non funziona per mancanza di risorse (vero e proprio freno a mano per lo sviluppo dell'economia nel sud Italia), conflitti di interesse in numerosi governi precedenti a Monti, lobby delle corporazioni (avvocati , notai, ma non solo) che lucrano su burocrazia e inefficienze, scarsa percentuale pro capite di laureati in materie tecnico-scientifiche, scarsa valorizzazione del patrimonio culturale "periferico" (che non sta a Roma, Firenze, Milano). L'autore non descrive minimamente le politiche di cambiamento tentate da Mario Monti, nessun accenno per esempio all'azione per il recupero dei capitali nascosti in Svizzera allora intrapresa in accordo con altri paesi europei. Mi sarei aspettato un bel elenco degli errori commessi da Mario Monti e degni di un economista dilettante, come la tassa sulle barche di lusso, non serve avere un master in economia alla Bocconi per capire che in un batter di ciglio il proprietario di uno yacht di lusso accende il motore e ormeggia altrove. O forse la tassa sulle barche di lusso era uno specchio per le allodole ? Nel libro non si trova nulla di tutto questo, sembra che il lettore italiano debba essere tenuto nell'ignoranza più totale in merito a quanto fatto di bene e di male dal governo Monti.