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L'inverno più nero. Un'indagine del commissario De Luca
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L'inverno più nero. Un'indagine del commissario De Luca - Carlo Lucarelli - copertina
L'inverno più nero. Un'indagine del commissario De Luca - Carlo Lucarelli - 2
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inverno più nero. Un'indagine del commissario De Luca

Descrizione


Tre omicidi su cui il commissario è costretto a indagare per conto di tre committenti diversi e con interessi contrastanti. Convinti che solo lui possa aiutarli.

«Alle 17:10, al primo calare del sole, il coprifuoco avrebbe trasformato il suk dentro le mura di Bologna in una città fantasma, accecata dall'oscuramento e muta, a parte gli scarponi delle pattuglie o quelli dei partigiani. Ma fino a quel momento, quella casbah fradicia e sporca, che scoppiava di voci rombando sorda come un treno in una galleria, brulicava di gente che cercava qualcosa, la neve, il burro, una sigaretta, un attimo in piú per superare quello che per tutti, dall'inizio della guerra, forse da sempre, era l'inverno piú ruvido e freddo. L'inverno piú nero.»

Per risolvere un caso De Luca è disposto a tutto, perfino a vendere l'anima al diavolo. Questa volta, però, ha l'occasione di fare la cosa giusta nel modo giusto. 1944, Bologna sta vivendo il suo «inverno piú nero». La città è occupata, stretta nella morsa del freddo, ferita dai bombardamenti. Ai continui episodi di guerriglia partigiana le Brigate Nere rispondono con tale ferocia da mettere in difficoltà lo stesso comando germanico. Anche per De Luca, ormai inquadrato nella polizia politica di Salò, quei mesi maledetti sono un progressivo sprofondare all'inferno. Poi succede una cosa. Nella Sperrzone, il centro di Bologna sorvegliato dai soldati della Feldgendarmerie, pieno di sfollati, con i portici che risuonano dei versi degli animali ammassati dalle campagne, vengono ritrovati tre cadaveri. Tre omicidi su cui il commissario è costretto a indagare per conto di tre committenti diversi e con interessi contrastanti. Convinti che solo lui possa aiutarli.

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Dettagli

2020
3 marzo 2020
312 p.
9788806242442

Valutazioni e recensioni

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Laura
Recensioni: 5/5
Interessante su ogni aspetto

Mi piace molto questo autore, e mi piace il personaggio De Luca, del quale si ignora ogni aspetto della vita privata, e ciò è decisamente insolito. Solitario, privo di qualsivoglia vizio e con l’unica virtù dell’onestà, soprattutto morale. Mi piace molto l’ambientazione, la descrizione di luoghi, usi e costumi del periodo più nero della nostra storia. I personaggi ben delineati e i gialli che qui sono ben tre, complessi e risolti con intelligenza.

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Renzo
Recensioni: 4/5
Freddo, fame e paura

Bologna, dicembre 1944, gli alleati sono ormai alle porte, ma, complice l’inverno, preferiscono sospendere le operazioni, in pratica provvedono a svernare. Ma se sui crinali degli Appennini c’è quasi una tregua, peraltro non concordata, nella città capoluogo dell’Emilia si combatte ogni giorno per sopravvivere. Invasa dagli sfollati, che popolano la Sperrzone, il centro, sorvegliato dai soldati della Feldgendarmerie, fra animali di ogni genere, dai manzi alle galline, più che una città ha assunto le caratteristiche di una corte dei miracoli, con la popolazione che patisce la fame e il freddo, stretta nella morsa delle SS e degli irriducibili repubblichini (anche se più d’uno di questi sta già pensando di cambiare casacca), teatro della continua guerriglia urbana dei partigiani, Bologna è l’ombra di quella che fu. In questo ambiente e con questa atmosfera opprimente, entrambi resi benissimo dall’autore, troviamo il commissario De Luca, diventato vicecomandante della sezione politica, a cui viene affidato l’incarico, da parte di tre committenti diversi, di indagare su altrettanti omicidi. De Luca, è quasi superfluo dirlo, riuscirà a portare a buon fine le tre indagini. Nel frattempo, però, qualcosa in lui è cambiato, perché se prima era indifferente alle violenze a cui erano sottoposti i partigiani arrestati, ora vede le cose diversamente e si vergogna di essere corresponsabile, non torturatore, ma certamente colpevole di aver contribuito ad alimentare questa catena di orrore.

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Mauro
Recensioni: 5/5

Davvero un bel libro, per me tra i migliori della saga del commissario De Luca. Imporsi di leggere lentamente la parte finale per non far finire il piacere della lettura non capita spesso.

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Recensioni

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Voce della critica

Bologna. Dicembre 1944. Erano tempi in cui la gente moriva, al fronte o schiacciata dalle bombe, veniva arrestata, torturata, uccisa. La mattina dell’uno dicembre il mitico commissario De Luca, vicecomandante della Squadra Autonoma di Polizia Politica, incrocia tre diversi morti ammazzati nell’arco di 400 metri, fra i portici e i vicoli del centro. Lui osserva e s’incuriosisce per l’incredibile coincidenza; da tempo sa che un dettaglio non costituisce una teoria, una pistola non fa l’assassina.

A via Senzanome un ingegnere è stato ammazzato di botte; De Luca non è arrivato lì per caso, ha un incarico preciso: infilare di soppiatto nella tasca del cappotto del morto un foglietto (“così finiscono i fascisti”) per intorbidire le acque e incolpare i banditen partigiani. Santi della Criminale è già sul posto e forse non se ne accorge, comunque spiega che sono stati avvisati da qualcuno che aveva sentito colpi d’arma da fuoco e un sottotenente cieco conferma: tre spari e tacchi sul selciato. Si mettono a cercare verso via Nosadello e trovano un morto in uno scantinato di via Fregatette: il corpo nudo, supino, fradicio di un tedesco in uno stagno acquitrinoso da qualche giorno, strangolato; meglio filarsela. Più tardi viene scoperto lì vicino il cadavere del professore universitario Brullo con un buco in un occhio, lo chiamano a dare un’occhiata, potrebbe esserci un sospettato facile. De Luca vorrebbe indagare approfonditamente ma il suo capo Rassetto gli chiede di trovare il Notaio, anello di congiunzione fra Resistenza e Alleati; poi, a farlo parlare, ci avrebbero pensato quelli di un’altra ala della Facoltà di Ingegneria dove lavorano e alloggiano. Con qualche fatica, il più brillante investigatore della polizia italiana (come viene definito) verrà a capo di tutte le complicate vicende umane e politiche, su cui confliggono le varie parti in causa; da sbirro, non da militante.

Il grande poliedrico scrittore, oltre che sceneggiatore e conduttore televisivo, Carlo Lucarelli (Parma, 1960) mantiene desta l’attenzione sul suo primo personaggio, protagonista della trilogia con la quale, a partire da trenta anni fa, esordì nella letteratura di genere noir, dopo aver raccolto tanti materiali per una tesi di laurea in storia contemporanea sul fascismo e sulla polizia della Repubblica di Salò. Con L’inverno più nero (312 pagine, 18 euro), edito da Einaudi, siamo al sesto romanzo con De Luca, nato a Parma come Lucarelli. La narrazione è divisa in tre parti (gli omicidi, le indagini, gli assassini), sempre in terza persona fissa: sono il pensare e l’agire del protagonista che osserviamo, un investigatore che si eccita se trova un mistero o una pista e non sopporta l’idea che poi si possa individuare un colpevole sbagliato, più per la sua estetica che per l’effettiva verità (o che per l’esercizio della giustizia). Lui non è redento né redimibile, anche se guarda da un’altra parte rispetto alla dittatura, non alza mai le mani direttamente su nessuno, prova vergogna di non provare abbastanza vergogna e possiede una pietà fredda per ogni persona, anche in quel contesto in cui la violenza è abituale e (quasi) normale.

Nessuno dei delitti è quel che sembra, anche quando una prima volta De Luca pensa di averne capito il senso (non coincidente comunque con la versione ufficiale), tutto torna in alto mare e deve ricominciare da capo. Lucarelli si cimenta con la sfida di tre inchieste parallele, differenti e indipendenti, private e politiche. La vince. A renderle unitarie e comuni sono la città e la guerra, da una parte un centro storico con seicentomila civili sfollati fra coprifuoco e bombardamenti, dall’altra le forze in campo, eserciti istituzioni brigate con poteri scossi e spie infiltrate, in un periodo in cui nessuno ha certezza del futuro e tutti cercano complicità per il dopo. Del resto, Brullo teneva il corso di Biologia delle Razze e il Notaio è proprio un insospettabile. Segnalo l’alto Spagnuolo, segretario particolare del Prefetto. Giravano molti liquori, comunque: Porto, Black Label, anice e chianti. Pure il Trio Lescano cantava Maramao perché sei morto?

Recensione di Valerio Calzolaio

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Conosci l'autore

Carlo Lucarelli

1960, Parma

Affermato scrittore di letteratura gialla e noir, vive tra Mordano (Bo) e San Marino. Il suo percorso narrativo va dai racconti brevi sparsi nelle varie antologie del Gruppo 13 (di cui fa parte) alla trilogia giallo-storica con il commissario De Luca pubblicata dalla Sellerio (Carta bianca, L'estate torbida e Via delle Oche). Dopo Almost blue (1997), Il giorno del lupo (1998 e 2008), L'isola dell'Angelo caduto (1999, Finalista al Premio Bancarella 2000), Mistero in blu (1999 e 2008), Guernica (2000) e Lupo mannaro (2001), tra i suoi libri pubblicati da Einaudi Stile libero ci sono il romanzo Un giorno dopo l'altro (2000 e 2008) e i racconti di Il lato sinistro del cuore (2003); poi Misteri d'Italia (2002), Nuovi misteri d'Italia (2004), La mattanza (2004) e Piazza Fontana (2007), gli ultimi...

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