Invito al pensiero di Giambattista Vico

Vico assume il concetto teorico-pratico di saggezza (già greco), rivendicando il senso comune, libero arbitrio, poesia, fantasia, diritto, ecc. Si approfondisce la problematica metafisica del Vico nell’esigenza di trarre dall’analisi ciò che arriva dalle regole del nostro comportamento, la certezza è connessa all’esperienza del verosimile e a quel senso comune, donde la virtù della prudenza per norme di comportamenti flessibili per adeguarsi alla concretezza dei fatti umani. Nella differente conoscenza di Dio e dell’uomo sta la teorizzazione del concetto di verità: Dio è Nosse,Velle e Posse (aseitas divina) mentre l’uomo, mente finita, può solo cogliere aspetti superficiali, in una conoscenza dell’universo manchevole (suitas umana). Nell’analogia fra l’uomo e Dio si trova il verum et factum convertuntur, verum ipsum factum collegando il factum al fare mentale. La riflessione sul diritto si ricollega a questa problematica conciliando l’inalterabilità universale del vero con la certezza dell’esistenza storica dei fatti. Si veda (nova scientia) il salto di qualità che la ragione compie dallo stato ferino a quello umano: la paura del Nume, nell'esperienza fa emergere la coscienza di un’alterità. Il nesso emozionale-fantastico: fra particolare e universale raccoglie in unità molteplici particolari (concezione vichiana del mito): nella indissolubile coalescenza di pensare e dire nella poiesis. Auctoritas monastica, familiaris, civilis: passggi e contrapposizioni che dialettizzano il concetto di auctoritas e di dominium: differenza di sviluppo della vis veri. La norma ha sua sacralità e una indissolubile connessione con l’etica. Idea della Provvidenza: sovrapposizione di una finalità universale, totalizzante su di una finalità particolare (eterogeneità dei fini). Continua azione di Dio sulla realtà che coinvolge anche la volontà umana, scavando le finalità particolari a cui essa mira.