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Innanzitutto correggete il nome dell'autrice: EMILIE non EMILE, Schindler. Dopodiché preciso che la stella scaturisce dalla media tra lo zero, voto dell'edizione della defunta (e grazie a Dio) Barbès, e il due, voto dato al contenuto del libro in sé. Lo zero è dovuto al fatto che, in fase di stampa, delle pagine siano state saltate/lasciate in bianco, interrompendo visivamente, e non solo, il narrato. Non so chi abbia fatto l'errore, ma è decisamente scandaloso che nessuno se ne sia accorto prima di distribuire il libro. Per il resto, il numero dei refusi, le località geografiche sbagliate, i nomi approssimativi dei protagonisti, il ghetto di Cracovia scambiato per quello di Varsavia etc... Mai viste tanta incuria e superficialità nero su bianco. Il mondo dell'editoria dovrebbe essere sacro, invece ecco che anche qui la generazione SMS e dell'ignoranza imperante si mette al timone. Le due stelle riferite al contenuto tengono conto della ripetitività del narrato e della non linearità dello stesso, infarcito com'è di lettere e citazioni la maggior parte delle volte inutili, contrariamente alla bella ed interessante galleria fotografica. Frau Emilie Schindler è stata perlopiù ignorata da Keneally e quindi Spielberg; queste memorie avrebbero potuto ribaltare la prospettiva, arricchirla, invece direi che ci riescono solo in parte, perché la maggior parte del narrato, escludendo i cenni della prima infanzia e adolescenza, si traduce in continue lamentele. Frau Emilie non smette di ribadire come sia stata derubata dei soldi che le spettavano e, in qualità di moglie abbandonata, obbligata a una vita di povertà e di stenti. Emilie aveva come obiettivo quello di smettere di essere un personaggio marginale in tutta la vicenda Schindler, e tuttavia, il continuo parlare di soldi e sgarbi fatti alla propria persona, vittima sembrerebbe di tutto e di tutti, contraddicono lo spirito di carità che l'ha contraddistinta in un periodo storico brutale.
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