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A cento anni dalla nascita di Maria Callas, questo volume ci offre l’opportunità di scoprire la sfera più intima di un’artista straordinaria attraverso le sue stesse memorie e lettere: un racconto unico, che ci fa scoprire finalmente la storia dietro la leggenda e ci mette di fronte all’autoritratto, sorprendente e affascinante, dell’ultima grande diva del XX secolo.
«Riemergendo dalle pagine del libro, il suono della voce di Maria Callas diventa esperienza tangibile. Ed è un suono diverso da quello del canto: è un suono che parla, attraverso la scrittura – privata, veloce, sciolta – dove lei si consegna.» - Il Sole 24 Ore
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'ultima fatica di Tom Volf è un ottimo lavoro, ma un po' vago sulle fonti: non viene mai detto a chi appartengono le lettere né come il regista ci sia arrivato. Le "memorie inedite" inoltre pongono un problema: solo dopo aver comprato il libro si scopre che purtroppo non sono state scritte direttamente dalla Callas, ma "dettate" ad amici. E' evidente che si tratta di rielaborazioni successive, almeno nella forma. La Callas aveva poi approvato il testo finale? Non lo sappiamo. Secondo: le lettere non sono tutte inedite; quelle giovanili al marito sono già state pubblicate in "Maria Callas, lettere d'amore" di Renzo Allegri. "Io, Maria" è certamente una lettura interessante, ma la scelta di Volf di far parlare solo la Callas ha un limite: la mancanza di contestualizzazione. Maria era telegrafica nei suoi scritti e molto attenta a non far trapelare troppo di sé; inoltre molti avvenimenti cruciali non sono oggetto di lettere (ad esempio il rocambolesco matrimonio con Meneghini e le notevoli difficoltà incontrate da Maria agli inizi della sua carriera per sfondare in Italia, in particolare alla Scala). Il libro perciò va integrato con altri, come quelli di Allegri, che aiutino a comprendere il retroscena. I destinatari delle lettere della Divina sono vari e vanno dai personaggi più noti come Luchino Visconti e Zeffirelli, ad amici meno conosciuti, ai domestici, ai parenti. Personalmente mi hanno toccata le lettere alla De Hidalgo e la parte nelle memorie del 1977 dedicata all'arte, in cui Maria si apre su alcune eroine dell'opera da lei interpretate. La ricerca di Volf conferma purtroppo un dato: la Divina non è mai riuscita a scrivere compiutamente le sue memorie come avrebbe voluto. Quello che resta è un mosaico di frammenti che persone appassionate tentano di ricomporre; l'impressione finale è che molto resti ancora da scoprire. Mi auguro che il futuro ci riservi ancora entusiasmanti scoperte sulla Callas, come queste.
Recensioni
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