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Kaputt - Curzio Malaparte - copertina
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Descrizione


A Stoccolma Malaparte incontra il principe Eugenio, fratello del re di Svezia. E nella villa di Waldemarsudden non può trattenersi dal raccontare ciò che ha visto nella foresta di Oranienbaum: prigionieri russi conficcati nella neve fino al ventre, uccisi con un colpo alla tempia e lasciati congelare. È solo la prima di una fosca suite di storie che, come un novellatore itinerante, Malaparte racconterà ad altri spettri di un'Europa morente: ad Hans Frank, Generalgouverneur di Polonia, a diplomatici come Westmann e de Foxà, a Louise, nipote del kaiser Guglielmo II. Storie che si annidano nella memoria per non lasciarla mai più: il Ladoga, simile a "un'immensa lastra di marmo bianco", dove sono posate centinaia e centinaia di teste di cavallo, recise da una mannaia; il console d'Italia a Jassy, sepolto dal freddo peso dei centosettantanove cadaveri di ebrei che sembrano precipitarsi fuori dal treno che li deportava a Podul Iloaiei, in Romania; le mute di cani muniti di cariche esplosive che, in Ucraina, i russi addestrano ad andare a cercare il cibo sotto il ventre dei panzer tedeschi. Storie, anche, malinconiche e gentili: quella dei bambini napoletani convinti dai genitori che gli aviatori inglesi sorvolano la città per gettar loro bambole, cavallucci di legno e dolci; o, ancora, quella delle ragazze ebree destinate al bordello militare di Soroca. Storie che trascinano in un viaggio lungo e crudele, al termine del quale si vedrà l'Europa ridotta a un mucchio di rottami.
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Dettagli

2009
6 maggio 2009
476 p., Brossura
9788845923715

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AdrianaT.
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Raffinato, elegante e suadente: ti fa penetrare nella storia della quale fornisce scenari e persino odori. In questo 'magnifico' viaggio fra le rovine umane, si fondono costantemente i due opposti sentimenti di meraviglia e di orrore. Le vacue e superficiali conversazioni da proustiane matinée e soirée dei dominatori - traboccanti di odio, di spregio e condite di raccapricciante sarcasmo - creano un paradosso, un cortocircuito con l'immagine della miseria e del sangue dei dominati che scorre appena fuori da sontuose residenze nei saloni di velluti e cristalli, accoglienti e ben riscaldate, ancora più amplificata e talmente efficace da rimanere indelebile nella memoria di chi legge. La capacità di rendere anche le situazioni più macabre e terrificanti (ce ne sono a ripetizione) senza venir meno alla bellezza e alla poesia delle parole, è dote rarissima. Certo che se ti metti a sbirciare dentro la sua vita densissima, controversa, piena di luci e di ombre, c'è da perderci la testa, e ti viene proprio da chiamarlo Kurtz che la conradiana memoria evoca assieme all' 'a remarkable man' e al suo inscindibile 'the horror!'. «I tedeschi sono un popolo sentimentale, sono il popolo più sentimentale e più civile del mondo. Il popolo tedesco non mangia i cadaveri. Un popolo civile non mangia i cadaveri. Mangia gli uomini vivi.» L'ultimo capitolo - Il sangue - è come il ritorno da incubo a una realtà sporca e asfissiante; un'amara e stomachevole sobrietà riacquistata dopo una sbornia da vino cattivo, con l'incupimento di timbro e tono che virano verso il venturo 'La pelle'. Secondo me, Kaputt è un capolavoro di stile, forma, linguaggio e contenuto.

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Nicola59
Recensioni: 5/5

Bello, emozionante, scioccante. Il capitolo secondo 'I topi' e, in particolare, la parte relativa alla visita al Ghetto è sublime e ti fa capire molto più di tanti documentari e film il dramma del popolo ebraico. Questo brano dovrebbe essere inserito (e letto) in tutte le antologie scolastiche.

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gianni
Recensioni: 5/5

Visionario e terrificante, egocentrico, tragico nel senso greco. Fra le pagine indimenticabili quelle sulla nobiltà romana che fa da corte all'aitante Ciano nel bel mondo dell'aristocrazia italiana: cinica, avida di pettegolezzi, grigiamente vuota e responsabile del disastro. Grandi pagine anche quelle in cui la primadonna Malaparte racconta il terrore nazista sul fronte orientale. Pregevolissimo anche per la contaminatio degli stili. Grande opera.

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Conosci l'autore

Curzio Malaparte

1898, Prato

Curzio Malaparte (Prato 1898 - Roma 1957), nome d'arte di Kurt Erich Suckert (umoristico pseudonimo che si basa sulla parola "Bonaparte") è stato uno scrittore, giornalista e saggista italiano. All’estero è conosciuto soprattutto per i suoi romanzi Kaputt e La pelle, resoconti autobiografici della sua esperienza di giornalista e ufficiale durante la seconda guerra mondiale, e Maledetti Toscani.Il padre è un tintore della Sassonia, la madre è milanese, ma cresce a Prato. Nella prima giovinezza inizia a simpatizzare per gli anarchici per poi passare al Partito Repubblicano Italiano. Parte come volontario per la Grande Guerra e sono questi gli anni in cui inizia a dedicarsi alla scrittura del suo primo libro sul conflitto intitolato Viva Caporetto! Il volume...

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