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Anno edizione: 2020
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Anno edizione: 2020
Un bel libro con più spunti. Non volendo fondare la libertà sull’idea-presupposto di filosofia-scienza, va rovesciata la dialettica reale (applicata al capitalismo finanziario, alla produzione di merci, alla concorrenza, al lavoro, etc.). Un presupposto può ‘rinunciare’ ad affermarsi anche come valore, come fondamento di un percorso logico che produce conseguenze determinate, senza volere a un tempo farsi valere universalmente? Si possono conciliare questi opposti? Perchè “essere e dovere, finiscono nella realtà col confliggere”. Quindi lo scienziato e il professionista nel loro operare devono considerare questi presupposti, anche se funzionano e progrediscono meglio i loro lavori se non si pongono queste domande. Nel conflitto tra “coscienza agente e coscienza giudicante (..) la scienza aiuta a prevedere, ma non a prendere decisioni” che rimangono nel dover essere della visione e coraggio della Politica. Occorre altresì“conferire un ordine alla contingenza, di organizzare con metodo le contraddizioni che minacciano di esplodere, riconoscendo i limiti che reciprocamente impongono l’una all’altra le due forme fondamentali della geistige Arbeit. Quest’ordine è perseguibile solo rappresentando il conflitto. Se questo non è posto nella forma della rappresentanza è destinato a trasformarsi in tumulto auto-distruttivo”. Invece, la fine della storia è concepibile in due forme: nella forma di sapere assoluto (affermativo che sussume tutto e genera un Regno dove si sa “a priori” etc.) o nella forma di un insistere nella contraddizione senza che alcun fine risulti indicabile al concreto...siamo all’intrascendibilità.
Noioso! Se vi interessa Weber leggetevi il libro di Pietro Rossi su Max Weber
Cacciari raramente delude. Una delle più belle riflessioni su Weber, l'anima dell'Europa e il «lavoro dello spirito», per l'appunto.
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