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La letteratura come menzogna - Giorgio Manganelli - copertina
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letteratura come menzogna

Descrizione


All'apparire di questo saggio, nel 1967, la scena letteraria italiana si presentava piuttosto agitata. Lo spazio era diviso fra i difensori di un establishment che vantava come glorie opere spesso mediocri e i propugnatori della neoavanguardia. Manganelli fu assegnato (e si assegnò egli stesso) a quest'ultimo campo. La sua letteratura rivendicava un'ascendenza più remota e insolente: quella della letteratura assoluta. Una concezione per cui la ricerca del "vero" risultava interessante, in quanto materiale per nutrire una finzione onniavvolgente quale è, nella sua ultima essenza, la letteratura. Questo saggio portava allo scoperto la natura menzognera della letteratura, analizzando autori come Carroll e Stevenson, Nabokov e Dickens, Dumas e Rolfe.
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Dettagli

2
2004
3 novembre 2004
223 p., Brossura
9788845919374

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Sandro Grammauta 1974
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"Forse è vero: la letteratura è immorale, è immorale attendervi. Sarebbe già intollerabile se essa prescindesse affatto dal dolore dell'uomo, se si rifiutasse di medicarne le arcaiche piaghe; ma, con insolenza, con industriosa pazienza, essa fruga e cerca e cava fuori affanni e malattie e morti: con appassionata indifferenza, con sdegnato furore, con cinismo ostinato li sceglie, giustappone, scuce, manipola, ritaglia. Una piaga purulenta si gonfia in metafora, una strage non è che un iperbole, la follia un'arguzia per deformare irreparabilmente il linguaggio (...) .Ogni sofferenza non è che un modo di disporsi del linguaggio, un suo modo di agire. Non v'è dubbio, la letteratura è cinica. Non c'è lascivia che non le si addica, non sentimento ignobile che non la rallegri, non tragedia che gelidamente non la ecciti (...). Assai antica è l'ira dei dabbene per la letteratura, da secoli viene accusata di frode, di corruzione, di empietà. Dissacrante, perversa, affascina e sgomenta. Numinosa e mutevole, non esita ad usare degli dei per adornare le sue favole

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Sandro G 74
Recensioni: 5/5

Un saggio strepitoso sul concetto stesso di letteratura, anche se preferisco il più criptico ed ermetico "Discorso dell'ombra e dello stemma", più affine alle mie folli inclinazioni letterarie. La letteratura ben lungi dal concetto di cultura (che è altra cosa) è davvero invenzione menzognera, vero elogio della "demenza" di scrittori e lettori stessi, un saggio che dovrebbe far riflettere prima di tutto tanti scrittori (si fa solo per dire) contemporanei, che credono di aver l'ardire di elargire messaggi di ogni sorta, politici, sociologici, psicologici e quant'altro di dozzinale che riduce la grande menzogna letteraria a mero giornalismo d'accatto (in merito Borges asseriva lo stesso concetto). L'invenzione letteraria che è di per sè fantastica è l'elogio dell'antimessaggio, è discesa in inferni sconosciuti, è di natura celestiale ed escrementizia, appartiene alle Muse, alle Gorgoni e alla memoria ancestrale del mondo. Sono le parole a scrivere lo scrittore, che viene invaso dallo spirito funesto dell'arte letteraria, vittima di una sorta di scrittura medianica. Lo stesso concetto vale per i leggenti, editori, recensori, critici, librai...e se il lettore venisse letto dagli spettri delle parole? Per caso, il mio libraio di fiducia, quello dietro casa che vende libri usati, non sarà che commerci senza saperlo con le larve morenti del pensiero umano? Saranno i libri, questi strani animali di carta e nero inchiostro, degli occulti vampiri psichici? Vai a saperlo...

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Conosci l'autore

Giorgio Manganelli

1922, Milano

Giorgio Manganelli è stato uno scrittore e saggista italiano. Fece parte del Gruppo 63. La sua vita inizia il 15 novembre 1922, in via Ruggero Boscovich numero 4 a Milano che, se cercate su Google Maps, non c’è. Ed è così che la vita di chi ha amato, e studiato, le cose che non esistono inizia proprio in una casa che non esiste.Vissuto ai suoi tempi per lo più come un outsider, un trickster se non proprio un «teppista», oggi è considerato un classico della nostra letteratura. Collaborò al "Corriere della sera" e ad altri quotidiani, raccogliendo poi gli articoli pubblicati nel volume "Improvvisi per macchina da scrivere" (1989). Autore di saggi come "La letteratura come menzogna" (1967), "Angosce di stile" (1981), "Laboriose...

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