Compositore fiammingo. Non si conosce il luogo in cui nacque né si hanno notizie sulla sua attività prima del 1484, anno in cui Lorenzo de' Medici lo chiamò a Firenze dalle Fiandre. Fu cantore e compositore alla corte di Lorenzo fino al 1496; dopo un breve soggiorno a Vienna, si trasferì nel 1497 a Innsbruck come compositore al servizio dell'imperatore Massimiliano. Nel 1499 e anche in seguito tornò varie volte a Firenze, dove si stabilì nel 1512. Scrisse complessivamente una quarantina di messe da quattro a sei voci, canzoni polifoniche strumentali e vocali (con testi in varie lingue), intavolature per organo e liuto e una serie imponente di mottetti, fra cui i circa trecento costituenti il proprium missae del duomo di Costanza per l'intero anno liturgico: l'opera, intitolata Choralis Constantinus, fu composta fra il 1513 e il '16 e venne completata nel suo terzo e ultimo libro dall'allievo L. Senfl. I. fu un tipico musicista del rinascimento, teso a ricondurre imprestiti e influssi di ogni genere e tradizione nell'ambito di una tecnica sovrana e flessibilissima, ma anche di un'espressività, ora austera e rattenuta ora leggera, sempre governata da un gusto infallibile. Nella produzione profana, l'esperienza italiana lo portò ad arricchire di spunti popolareschi la chanson polifonica franco-fiamminga e a rifletterne lo stile omoritmico nelle composizioni in lingua tedesca. La versatilità e l'estrosità spiegate in tal campo sono quelle che animano la terza generazione della scuola fiamminga, dominata da Desprès. Nella produzione sacra, si attenne invece al dotto magistero tecnico dei polifonisti fiamminghi del secondo periodo (Ockeghem, Obrecht), ma senza rigidità né compiaciuti artifici.