Compositore statunitense. Dopo studi di composizione condotti sotto la guida di Wallingford Riegger e Stefan Wolpe, trovò la sua strada grazie all'incontro con John Cage e con i pittori afigurativi americani (J. Pollock, Ph. Guston, W. De Koonig). Da Cage apprese l'attenzione per il silenzio e le sonorità più lievi, dai pittori la concezione di un colore capace di generare un processo autonomo di forme e articolazioni. La sua poetica può dunque essere enunciata con chiarezza quasi schematica: usare il suono come gli astrattisti puri usavano il colore, cioè prescindendo dall'«imitazione» e dall'espressione degli «affetti». Egli adottò quindi un sistema di notazione rivoluzionario che riduce la partitura a pochi e semplici simboli grafici, intendendo comunicare agli esecutori i registri (acuto, medio o grave), ma non le altezze precise, le durate e le dinamiche, sempre delicatissime. Nacquero così all'inizio degli anni '50 alcuni lavori cameristici i cui titoli richiamano il mondo delle arti figurative: Projections (1951), Extensions e Intersections (1953), Vertical Thoughts (1963). L'orizzonte sonoro del compositore si ampliava negli anni successivi, pur conservando i suoi tratti impalpabili e metafisici, coinvolgendo l'orchestra e le voci (Out of Last Pieces, 1961; Rothko Chapel, 1971; Neither, monodramma per soprano e orchestra, 1976). Solo in apparenza la scrittura concedeva molto agli interventi aleatori degli interpreti; in realtà quelle partiture così scarne possedevano una rara forza di strutturazione dello spazio sonoro attraverso la dilatazione del tempo e la magica sottigliezza delle dinamiche, ed è su questo punto che con assoluta originalità il grande respiro metafisico di F. si coniugava con la non dimenticata suggestione esercitata dalla musica di Webern.