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Descrizione


Diviso in tre sezioni d'ineguale lunghezza, il libro testimonia ancora su ciò che il poeta sente come il dono più alto dell'esperienza: la magia della luce, l'amore, la meraviglia delle cose cangianti e di quelle che resistono al tempo; ma ci parla anche nuovamente, di male, d'insonnia, di esilio, d'inferno e di morte. mentre nel testo finale, il poeta chiede tristemente e coraggiosamente congedo ai suoi lettori, la poesia d'apertura li richiama a ciò che dura e durerà sempre, attraverso e oltre tutti i dubbi e i dolori: la vita.
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Dettagli

1997
30 gennaio 1997
68 p.
9788811630364

Conosci l'autore

Attilio Bertolucci

1911, San Lazzaro, Parma

18 novembre 1911 - 14 giugno 2000Esordì giovanissimo con Sirio (1929) e Fuochi in Novembre (1934), in cui, dietro un tono ironico e giocoso, traspare già l’inquietudine che caratterizza l’opera matura. La sua poesia, lontana dalle forme ermetiche, intima e personale, è fedele a un numero ristretto di temi e immagini: l’infanzia, la casa e la famiglia, il paesaggio emiliano, il tempo, la malattia, la morte. Nel 1951 uscì La capanna indiana (premio Viareggio), poemetto «impressionista» dalla trama esile, giocato sul colore, la luce, le atmosfere rarefatte rese con raffinato gusto pittorico. Nel suo capolavoro, Viaggio d’inverno (1971), la poesia è chiamata ad addolcire l’ansia quasi ossessiva, la percezione dolorosa...

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