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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2004
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Indice
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Grandissimo libro,utilissimo per capire gli eventi che hanno portato all'unificazione d'Italia. Oltre a: battaglie,alleanze,trattati per creare l'unificazione si analizzano anche le classi politiche che hanno realizzato il regno d'Italia. Vengono mostrati personaggi del calibro di Cavour-Minghetti-Garibaldi-Vittorio Emanuele 2°-Mazzini e persone che hanno fatto dell'Italia un paese nuovo e diverso da quello che è oggi. Crea quasi "commozione" vedere che i politici di una volta si battevano per cause giuste. Obbedisco!
Recensioni
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scheda di Rocca, D. L'Indice del 2000, n. 04
È davvero pregevole lo studio di Gilles Pécout sul lungo Risorgimento perlustrato nei suoi vari versanti: culturale, politico, sociale, amministrativo. Lo studioso francese riesce nel difficile tentativo di spiegare in modo chiaro ma al tempo stesso elegante e approfondito l'incrociarsi e il richiamarsi in Italia nel corso dell'Ottocento d'una serie di variabili emerse già in gran parte nell'età dei Lumi. La struttura del libro, piuttosto elaborata, ha il merito di agevolare la sistematica messa a fuoco di processi e personaggi che si distribuiscono su un arco cronologico eccezionalmente vasto e articolato; anche l'idea di inserire in parallelo rispetto alla narrazione un centinaio di quadri d'approfondimento relativi a questioni di particolare interesse pare vincente. Alcune sezioni, in special modo quelle sul rapporto tra Restaurazione e Risorgimento, sulle letture italiane di questa fase storica, sui plebisciti del 1860 e il problema della politicizzazione delle masse, sugli emigrati italiani nel primo Novecento, colpiscono per la sintetica esaustività. Non vengono d'altronde trascurati neppure aspetti apparentemente secondari ma in realtà emblematici: dallo sviluppo delle società di tiro a segno all'evoluzione architettonica delle città. Il Risorgimento - o, meglio, la nascita dell'Italia contemporanea, come recita il titolo francese (ridotto a sottotitolo nell'edizione italiana) - si completa secondo Pécout soltanto nel 1922, con il tramonto della politica giolittiana e l'avvento del fascismo: ecco perché esso va considerato, a detta dell'autore, "lungo" e non riducibile a schematismi ideologici o a letture banalizzanti di sorta.
Daniele Rocca
Partendo dall'espressione attribuita erroneamente a Massimo D'Azeglio "L'Italia è fatta, ora van fatti gli italiani", celebre formula sulla storia della penisola, Gilles Pécout ripercorre il lento processo di costruzione nazionale dell'Italia a cominciare dalla fine del Settecento. Senza sottovalutare le fratture, i vari fattori di divisione e i limiti di questo processo la cui importanza fino ai nostri giorni è comunque innegabile, il libro ricostruisce le origini dell'Italia contemporanea svolgendo poco a poco la matassa costituita dalle tappe risorgimentali, presentandone le conquiste e le prospettive politiche del gran dibattito storico italiano riguardo le questioni dell'integrazione civile, culturale, economica e sociale del paese.
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