La straordinarietà dell'essere umano sta nella sua capacità di reinventarsi. Dopo un anno di pandemia c'è bisogno di tornare a sentirsi liberi e Diana, ciclista alle prime armi, decide di partire e attraversare l'Italia su due ruote. Un viaggio in solitaria, a passo lento, in cui si scopre testimone di un'Italia in mutamento e dove la ricerca di luoghi, sapori e tradizioni, diventa il pretesto per fare nuovi incontri. Sono tante le persone che incrocia nel suo cammino, da amici di vecchia data a perfetti sconosciuti che le aprono la porta di casa e le offrono un letto e un pasto caldo; c'è anche chi decide di accompagnarla in qualche tappa per condividere con lei un pezzo di strada. Lascia Milano in una soleggiata mattina di fine maggio e dopo aver attraversato la Pianura Padana e alcuni luoghi iconici dell'Emilia, raggiunge la riviera romagnola e prosegue verso sud, costeggiando l'Adriatico. Dopo una deviazione nell'entroterra riprende a pedalare lungo la costa, supera Abruzzo e Molise ed entra spavalda nell'antica Daunia. Conquista Ostuni, la Città Bianca, e approda infine al faro di Santa Maria di Leuca, il secondo più alto d'Europa, che da oltre un secolo vigila sulla marina e illumina la rotta ai naviganti.
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Ho acquistato il libro solo perché ho conosciuto l'autrice, anche se non amo i libri scritti da chi ha un blog. E' un libro di facile lettura, che scorre senza troppi intoppi ad eccezione di qualche sgradevole "svista" ortografica. Per il resto non mi ha suscitato emozioni, lasciato nulla, nessun desiderio di visitare i posti raccontati.