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Anno edizione: 2017
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“There’s two kind of man” è una delle espressioni cinematografiche più usate di sempre. La lista di titoli che ne fanno uso è infinita, ma l’ex giornalista sportivo Mimmo Calò ne sa moltiplicare all’infinito le declinazioni. Ecco, la mente di Mimmo Calò funziona così: divide tutto per categorie. Esempi. Esistono due tipi di panchinari: gli scalda panchine e i cronici. Quando chiedi soldi alla gente, questi si dividono fra quelli che rilanciano e quelli che lottano. Per lui, uscito dal carcere dopo più di un anno, esistono ancora tre tipi di uomini: quelli che fanno la pipì seduti, quelli che schizzano e quelli che non schizzano. Viene da chiedersi come mai il prodotto umano di un contesto chiaroscuro come la periferia palermitana non veda mai il grigio, ma solo il bianco o il nero. Il personaggio di George Clooney nel bellissimo Tra le nuvole (2009) di Jason Reitman in aeroporto si accoda agli asiatici per il check-in perché sono i più veloci. “Sono come mia madre,” si giustifica: “uso gli stereotipi: si fa prima!” Lo stesso ragionamento pare quindi abbia fatto Mimmo Calò per sopravvivere. Via di questo passo nella mente di Calò. Femminismo zero: una mamma che si rispetti deve sapere fare il letto del figlio altrimenti non è una mamma. Cinismo a palate: tutti i supporti sui quali un palermitano scrive Suca. Tutte le ragioni per cui dovremmo bestemmiare. I bambini che ruolo occupano in tutto questo? Rappresentano la più grande associazione massonica al mondo. Con una mente così piccola e una disillusione tanto spiccata, Mimmo Calò non ci è mai realmente simpatico: alla fine saremmo in grado di elencare tutto quello che odia, ma forse non saremmo capaci di nominare una sola cosa che gli piace. Eppure non possiamo che seguirlo, perché la scrittura di Loforti è disincantata e mai lenta, anche quando si prende tutto il tempo per partorire metafore fulminanti e geniali parallelismi capaci di farci ridere per ore...
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