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Anno edizione: 2014
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Anno edizione: 2015
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In questo centenario della marcia su Roma, è opportuno riscoprire questo libro di memorie sugli eventi del periodo post bellico che portarono all'avvento del fascismo. Scritto nel 1933 per un pubblico francese ed europeo, non vuole essere un testo storico, ma un libro autobiografico. Così infatti scrive Lussu nella prefazione, in stile semplice e discorsivo: "io ho voluto fissare gli avvenimenti politici del mio paese, così come personalmente li ho vissuti in questi utimi anni" Ripercorrendo fatti di carattere nazionale ed eventi personali, sempre in modo asciutto e cronachistico, ma anche con ironia e talvolta col sarcasmo che maschera il suo disgusto per la violenza subita da molti e da lui stesso, Lussu risulta convincente e avvincente. La narrazione offre sempre un profondo senso di onesta verità. Alcune pagine meritano poi un'attenzione particolare per la loro afficacia. Si vedano, per esempio, quelle dedicate al discorso di Mussolini del 16 novembre 22 alla Camera, con cui, appena insediato, unisce con cinica abilità minacce a rassicurazioni; oppure quelle in cui riporta il parere di un aiutante di campo del re e spiega quanto questi, rinunciando allo stato d'assedio nella notte fatidica del 27 ottobre, venga influenzato dal timore dell'infedeltà del duca d'Aosta; oppure ancora quelle di carattere autobiografico in cui narra dell'aggressione subita nella propria casa da parte di una msnada di fascisti, aggressione da cui esce arrestato! Insomma, un libro che vale la pena di leggere per ritrovare, in presa diretta, lo spirito cupo e terribile degli anni che portarono il facismo al potere
Da leggere assolutamente.
Uno dei primi libri che hanno denunciato il fascismo, il classico di Lussu è anche la testimonianza autobiografica di un uomo ammirevole. Non che lo avesse scritto per farsi ammirare, non era già l'intenzione del altro grande libro autobiografico che ha lasciato, "Un anno sull'altipiano". La prospettiva autobiografica è un modo per assumersi le proprie responsabilità, per riconoscere la soggettività delle proprie idee. Eppure. Eppure questo modo di assumere la propria posizione contrasta efficacemente con i comportamenti opportunistici, irresponsabili e voltagabbani che Lussu descrive in tante figure secondarie. Il fascismo era sopratutto questo. Le democrazie hanno bisogno di democrati, di persone che si prendono le loro responsabilità, che agiscono in coerenza con le proprie idee. Questa è la lezione di Lussu, e vale la pena di essere studiata.
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