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Adolf von Harnack nel suo Vangelo ci propone la «teoria dell'illusione» secondo cui Gesù sarebbe caduto nell'illusione di essere lui stesso figlio di Dio. Una linea di pensiero davvero originale del teologo tedesco.
Harnack acconsente che si conservi il Nuovo Testamento come fonte canonica, perché "non si potrebbe fare migliore raccolta di fonti per determinare ciò che è cristiano" ma condanna i libri dell'Antico Testamento, esattamente come Marcione.
Adolf von Harnack, pace all'anima sua, ha dedicato l'intera vita allo studio della Storia del Cristianesimo, studio affrontato con serietà assoluta e rigore quasi maniacale tale da renderlo, assieme al Mommsen, uno dei pilastri della storiografia tedesca di inizio secolo da cui prese avvio una solida e ineguagliata tradizione. Una fama - la sua - dovuta principalmente al metodo e, quindi, non limitata al solo ambito della storia delle religioni. Fin dagli esordi del suo lavoro di storico c'è stato un chiodo fisso, una vera e propria passione/ossessione, rispondente al nome di Marcione. Covata nell'arco di mezzo secolo di studi, la sua monumentale monografia sull'autore del primo vero "scisma" della chiesa (prima che questa si definisse "cristiana") è ancora oggi - a distanza di oltre ottanta anni - l'imprescindibile punto di riferimento per chiunque voglia accostarsi al personaggio, alla sua "sinagoga" e al suo canone - che fu il primo esempio di "Nuovo Testamento" mai apparso all'interno della "chiesa" primitiva. Dicevo, solo dopo più di ottant'anni ha visto la luce un'edizione italiana: il perché di tanto tempo resta, almeno per me, un mistero. Però non mi risulta affatto difficile comprendere come mai proprio oggi appaia questa traduzione: vuoi per il revival cristiano de' noantri (al quale io per primo, evidentemente, non sono immune), vuoi per le citazioni che ne fa Ratzinger come monito nei confronti del (presunto) rinnovato antigiudaismo dilagante, vuoi per le frequentazioni (via Taubes) dell'ultimo Agamben e dell'interesse per la "Teologia Politica" tirata a lucido dallo spettacolo dello "scontro di civiltà", il caro Marcione avrebbe sicuramente trovato - nell’Italia versione 2007 - il suo pubblico. Tant'è, ben venga. Ma, com'è noto, per la fretta i gattini nascono ciechi. Dire di trovarsi tra le mani un'edizione "imbarazzante" è poco. In primo luogo la parte più importante dell'opera - quella che ha richiesto il lavoro di ricerca vero e proprio - è sparita. Tagliata di netto, come non esistesse.
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