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Il mare in un imbuto. Dove va la lingua italiana
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Il mare in un imbuto. Dove va la lingua italiana - Gian Luigi Beccaria - copertina
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mare in un imbuto. Dove va la lingua italiana

Descrizione


"Che lingua fa", dove sta andando l'italiano? Come si parla, come si scrive? Si governa male la sintassi, si fanno errori marchiani di ortografia. Il mare della nostra ricca, duttile, stratificata, bellissima lingua, si dissecca spesso nelle strettoie di rigagnoli magri. Nello stesso tempo molti settori stanno imboccando le vie opposte dell'enfasi, dove un italiano ipereccitato strafa e stradice. Anche la stessa "fonografia realistica" che riscontriamo nella narrativa, nei nostri romanzi che simulano tutti allo stesso modo il parlato, comincia a mostrarsi eccessiva. Meglio potare il troppo e lo spreco, riuscire a "far passare il mare in un imbuto", diceva Calvino, fissare un onesto numero di mezzi espressivi e con quelli cercare di dire qualcosa di meno generico, più ricco e complesso. Nel libro largo spazio è dedicato alla grammatica, ai dubbi quotidiani di lingua, ai momenti di "rigidezza" della norma e ai momenti di "libertà" dell'uso. E intanto si mettono in rilievo gli inganni e i sortilegi della parola, eufemismi e falsità, equivoci, etimi e storie curiose, locuzioni idiomatiche vive o malvive, parole perdute, percorsi e prospettive dell'italiano contemporaneo, contatti con altre lingue, l'anglomania in corso, le polemiche e i dibattiti attuali su lingua e dialetto, i linguaggi settoriali, dal politico allo sportivo alle parole dei giovani; infine i libri, la poesia e la prosa, il leggere e lo scrivere.
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Dettagli

2010
11 maggio 2010
239 p., Brossura
9788806200442

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Alberto
Recensioni: 1/5

Un libro davvero banale e scontato, che non insegna sostanzialmente nulla. Si tratta per lo più di un'accozzaglia di esempi messi in fila come nell'Appendix Probi, un elenco che riporta da una parte la forma corretta e dall'altra quella errata comunemente usata dal parlante. In alcune sezioni sembra di leggere una cronaca politica, perché l'autore critica le scelte e le riforme dei vari ministri dell'istruzione, casualmente di destra. Queste critiche si possono condividere o meno, ma ritengo che poco c'entrino con un'opera di linguistica. Infine trovo strano che un linguista come il Beccaria sembri talora incapace di utilizzare il congiuntivo in maniera corretta.

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L
Recensioni: 3/5

Grande libro

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Gian Luigi Beccaria

1936, Castiglione Saluzzo (CN)

Linguista e critico italiano, insegna storia della lingua italiana all’università di Torino. È accademico della Crusca e collabora con numerosi periodici e con «La Stampa». Nella sua vasta produzione si è occupato di lingua italiana antica e moderna, di prosa e poesia, di letteratura colta e popolare, di dialetto e linguaggi settoriali contemporanei. Tra le sue opere: Ritmo e melodia nella prosa italiana (1964), L’autonomia del significante (1975), il saggio su Beppe Fenoglio La guerra e gli asfodeli (1984), Italiano. Antico e nuovo (1988), Le forme della lontananza (1989), I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole scomparse (1995), Viaggio alla ricerca del vocabolario dell’ormai scomparsa cultura contadina, Sicuterat (1999), Elogio...

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