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La metamorfosi e altri racconti - Franz Kafka - copertina
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metamorfosi e altri racconti

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Dettagli

3
2001
Tascabile
1 gennaio 2001
250 p.
9788804492559

Valutazioni e recensioni

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Piero Suriano
Recensioni: 3/5

Se il lettore di Kafka fosse anche un melomane potrebbe essere tentato di fare un parallelismo con l'opera di Gluck. Se in quest'ultimo lo scontro è tra Greci e Sciti, civiltà e barbarie, sacralità degli affetti e ottusa durezza della superstizione, nello scrittore praghese il dualismo si manifesta nella guerra perenne tra normalità e asocialità, finto pietismo collettivo e ribellione individuale, moralismo esteriore e senso di inadeguatezza ai codici sociali.C'è in Kafka un gusto dell'orrido che sembra sconfinare talvolta, nella repressa esaltazione della perversione. L'eroe negativo ed eternamente sconfitto nei suoi sogni e nelle sue passioni ha il volto deturpato di Gregorio Samsa trasformatosi "in un enorme insetto immondo"; del medico di campagna che non riesce o non vuole salvare Rosa dalla violenza dello stalliere per quieto vivere e convenienza; del calzolaio che guarda atterrito dal suo laboratorio le bestialità dei nomadi; dell'ufficiale che si suicida con la stessa macchina di tortura destinata al condannato disertore, non trovando in essa però la "promessa trasfigurazione" nel passaggio dalla vita alla morte; dell'essere chiuso nella sua tana che invano sogna "una costruzione perfetta" che lo possa preservare dagli attacchi estremi e dalle paure interne. Il frequente ricorso a metafore non cancella l'impressione di una scrittura che vuole andare dritta al fondo delle cose: l'anormalità si traveste da repulsione istintiva quando deve fare i conti con un'inadeguatezza di fondo nel ricoprire i ruoli che la benemerita società le ha assegnato. L'erpice che smembra il corpo dell'ufficiale come se si trattasse di semplici zolle di terra, pur non riuscendo nel suo intento e lasciando che le membra restino attaccate ai suoi "lunghi aghi", è l'immagine di una società che distrugge l'individuo senza permettergli nemmeno quella mutazione da lei stessa imposta.

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Romano De Marco
Recensioni: 5/5

Spesso la letteratura (sempre dirà qualcuno…) è lo specchio della vita, attraverso la personale sensibilità dell’autore che riesce a trasmettere la propria visione del mondo, dei sentimenti, delle angosce e delle debolezze che regolano la natura umana. Kafka si pone quasi al di fuori di questo schema, tanto la sua scrittura è forte, definitiva, senza possibilità di appello. Una lucidità spietata ma niente affatto fredda o distaccata. Una lettura che coinvolge, scuote, quasi spaventa per la difficoltà ad obiettare o ribattere alla visione dell’autore con convinzioni proprie e di diverso indirizzo. Una voce potente più “alta” rispetto alla massa. Mi evoca l’immagine di montagne imponenti ed irraggiungibili che si ergono al di sopra di costruzioni umane di qualsivoglia genere. Letteralmente fulminanti per la loro disarmante profondità alcuni racconti brevissimi tratti da CONTEMPLAZIONE, UN MEDICO DI CAMPAGNA, IL DIGIUNATORE. Sconvolgente NELLA COLONIA PENALE (che mi ha ricordato da vicino la drammaticità e la forza della scrittura di un autore a me molto caro, Raul Montanari). Una lettura davvero imperdibile.

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Salvatore Servodio
Recensioni: 4/5

I miei racconti preferiti sono : La Metamorfosi e La Colonia Penale. La raccolta contiene una struttura molto particolare e interessante. In piu', il contenuto e' davvero meraviglioso e molto introspettivo. La Metamorfosi e' senza alcun dubbio un capolavoro del '900.

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Franz Kafka

1883, Praga

Scrittore boemo di lingua tedesca. Figlio di un agiato commerciante ebreo, ebbe col padre un rapporto tormentoso, documentato nella drammatica "Lettera al padre" (1919). Il fidanzamento con Felice Bauer, interrotto, ripreso, poi definitivamente sciolto, la relazione con Dora Dymant, con cui convisse dal 1923, testimoniano l'angosciata ricerca di una stabilità sentimentale che non fu mai raggiunta. Intraprese lo studio della Giurisprudenza, si laureò nel 1906 e si impiegò in una compagnia di assicurazioni. Malato di tubercolosi, soggiornò per cure a Riva del Garda (1910-12), poi a Merano (1920) e, da ultimo, nel sanatorio di Kierling, presso Vienna, dove morì. Praga era, ai tempi, un vivace centro culturale e particolarmente viva era la presenza della cultura...

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