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Il metodo di Maigret e altri scritti sul giallo - Leonardo Sciascia - copertina
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Il metodo di Maigret e altri scritti sul giallo
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Descrizione


Diverso da tutti gli altri investigatori è il commissario Jules Maigret, della polizia giudiziaria parigina. In primo luogo, perché non è un poliziotto privato (ma questa preferenza per il poliziotto ufficiale è forse una caratteristica comune a molti scrittori francesi di "gialli":segno di un diverso rapporto tra il cittadino e le istituzioni). Poi, perché è un personaggio e non un tipo. Un personaggio che ha avuto un infanzia, che ha dei ricordi, che si è sposato, che ha il cruccio di non avere figli, che ha fatto carriera, che va in pensione. Dal 1930, anno in cui Maigret compare nel romanzo Pietro il lettone, ad oggi, l'abbiamo visto diventare sempre più vivo, più umano, più reale. Tanto reale che ad un certo punto è arrivato a sdoppiarsi, ad assumere una duplice esistenza: personaggio reale e personaggio fantastico, come quelli di Unamuno e di Pirandello; e il personaggio reale che polemizza con l'autore del personaggio fantastico, affermando la propria realtà e i propri diritti in quanto personaggio reale.

"Nel 1961, quando ancora Simenon era confinato fra gli scrittori di serie B, Sciascia, dopo aver dichiarato che i suoi romanzi valevano ben più di quelli dell'école du regard, aggiungeva: «... e forse anche qualcuna delle avventure del commissario Maigret ha più diritto di sopravvivenza di quanto ne abbiano certi romanzi che, a non averli letti, si rischia di sfigurare in un caffè o in un salotto letterario». Questione di chiaroveggenza, certo. E di perspicacia, come quando, sempre nel 1961, scriveva: «Maigret è l'elemento cui la realtà reagisce: una specie di elemento chimico che rivela una città, un mondo, una poetica». Ma anche di passione per un genere - la letteratura poliziesca - da sempre frequentato: con una spiccata simpatia per il «modulo», scaturito da Poe, che del giallo fa un rigoroso cruciverba narrativo, un gioco ingegnoso. Quel che in questo libro scopriamo è che sin dai primi anni Cinquanta Sciascia ha anche costantemente indagato la letteratura gialla, quasi volesse chiarire a se stesso le ragioni della sua passione e costruire una sorta di mappa, una genealogia degli autori più amati - Chesterton, Agatha Ghristie, Erle Stanley Gardner, Rex Stout, Simenon, Geoffrey Holiday Hall e altri ancora. Offrendoci così trascinanti riflessioni e insieme gli indizi indispensabili per individuare le ascendenze dei protagonisti dei suoi gialli: dal capitano Bellodi del 'Giorno della civetta' all'ispettore Rogas del 'Contesto', al brigadiere Lagandara di 'Una storia semplice'." (a cura di Paolo Squillacioti)
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Dettagli

2018
27 febbraio 2018
191 p., Brossura
9788845932427
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Indice

Storia e funzione del giallo
Letteratura del «giallo»
Appunti sul «giallo»
Una storia del «giallo»
Quer pasticciaccio brutto de via Monaci
Le chiavi del «giallo»
Breve storia del romanzo «giallo»
In Italia c'è un detective: Dio
L'ulcera delle polizie
Un «giallo» per dormire

Il commissario Maigret
La scommessa di Simenon
Simenon miracolo quotidiano
L'esitazione di Maigret
Il metodo di Maigret

Giallisti al lavoro
Mickey Spillane
Gilbert Keith Chesterton
Edgar Wallace
Arthur Conan Doyle
Friedrich Dürrenmatt
William Riley Burnett
Augusto De Angelis
Agatha Christie
Corrado Augias
Geoffrey Holiday Hall

Nota al testo di Paolo Squillacioti

Valutazioni e recensioni

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Alessio
Recensioni: 4/5

"Il metodo di Maigret e altri scritti sul giallo” raccoglie 23 articoli di Leonardo Sciascia dedicati al genere giallo. Gli scritti, che risalgono a varie epoche della vita dell’autore e testimoniano di un‘attenzione costante per il genere, sono stati accuratamente raccolti e riordinati dal curatore Paolo Squillacioti in sezioni che rimandano a precisi nuclei tematici. La prima è intitolata “Storia e funzione del giallo” e presenta gli articoli dedicati alla genesi, ai meccanismi e figure del giallo classico. La seconda sezione, vero nucleo portante dell’intera raccolta, è dedicata al “Commissario Maigret” e illustra l’interesse di Sciascia per il personaggio di Simenon. L’ultima sezione intitolata “Giallisti al lavoro” comprende una serie di ritratti e giudizi acuti sui maestri del giallo.

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Elena
Recensioni: 4/5

Questo libricino fornisce molte informazioni e spunti interessanti sull'evoluzione dei romanzi gialli,dalla tecnica alle scelte culturali degli autori.Ho apprezzato particolarmente le riflessioni di Sciascia su Agata Christie e Simenon a conferma delle sua grande lucidità e precisione chirurgica nell'espressione di un concetto.Non c'è una parola in questa raccolta di saggi che sia superflua anche se non ho molto gradito la mancanza di continuità nell'assemblaggio dei vari saggi insieme.

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Rosa
Recensioni: 4/5

Un libro di piccole dimensioni ma di grande contenuto. Non proprio un saggio coerente (gli articoli sono piuttosto slegati anche se con un filo comune) ma di certo un'analisi lucida e geniale della narrativa di genere. Con una decisa passione per Simenon, assolutamente condivisibile.

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Voce della critica

Sciascia, perché il “giallo” è una cosa seria…

Cosa penserebbe Leonardo Sciascia degli incalliti “professionisti del giallo” del presente? Come giudicherebbe i produttori seriali di noir, polizieschi, thriller di ogni latitudine (Scandinavia, Stati Uniti), alcuni dei quali spacciati per campioni di stile a cui è impossibile rinunciare? Che opinione avrebbe di penne, anche italiane, specializzate solo nel ripetere una stanca formula, tirarla per le lunghe con personaggi improponibili e magari capaci di tirare in ballo lui, Sciascia, dichiarandosene discepoli, ammiratori ed emuli? Non li terrebbe in gran considerazione, probabilmente. Oggi il giallo – ci sono le eccezioni, naturalmente – si sta appiattendo su storie più d’effetto che di contenuti, raccontando, semplicemente, un mistero e la sua soluzione. Troppo poco.

Già nel 1989, anno della sua morte, Sciascia sentiva puzza di bruciato; avvertiva che il giallo classico cominciava ad avere il fiato corto, specie se affidato alle mani di scrittori di genere. Scriveva, il maestro di Racalmuto, in un articolo dedicato al misterioso Geoffrey Holiday Hall (probabilmente uno pseudonimo, solo due titoli all’attivo, attualmente nel catalogo Sellerio): «Il giallo è sempre stato il mio viatico ferroviario. Un po’ meno, per la verità, in questi ultimi anni: non dismessa l’abitudine di acquistarne uno o due prima di salire sul treno, ma abbandonata la lettura dopo le prime dieci o massimo venti pagine: ché sarà una decadenza di questo genere di racconto, il suo estenuarsi e ripetersi, ma il fatto è che raramente, molto raramente ormai, riesco a trovarne uno che più o meno straccamente mi invogli a leggerlo sino allo scioglimento, alla soluzione». Invocava, lo stesso Sciascia, una rinascita della formula del giallo, applicabile con un passaggio di mano, da autori di genere a scrittori tout court.

L’articolo dedicato a Geoffrey Holiday Hill è uno dei ventitré che costituiscono Il metodo di Maigret e altri scritti sul giallo, novità in libreria. Questo volume che Adelphi pubblica nella Piccola Biblioteca – a cura di Paolo Squillacioti, ennesimo tassello dell’opera omnia di Sciascia che la casa editrice di Roberto Calasso sta costruendo dal 1986 – raccoglie scritti sparsi dell’autore di «A ciascuno il suo» e «Todo modo», e nasce da un’idea di Laura Sciascia, figlia di Leonardo, e Vincenzo Campo, bibliofilo siciliano trapiantato a Milano, dove ha fondato le raffinatissime edizioni Henry Beyle (che hanno pubblicato, in copie limitate e numerate, alcuni brevi testi di Sciascia, l’ultimo è Mezza paga).

Che cosa emerge da questa collezione di testi brevi di Sciascia è presto detto. Di certo – oltre a riflettere «sull’ambigua ragione per cui si scrivono gialli» e a stendere un piccolo canone – le predilezioni di una vita: Augusto de Angelis, Gilbert Keith Chesterton, William Riley Burnett, che non a caso puntellano felicemente il catalogo Sellerio, specie nei primi anni frutto di tante sue intuizioni. E poi Simenon, su tutti, e su cui periodicamente, negli anni, tornava come lettore e nelle vesti di saggista, scrivendone su quotidiani e riviste. Certamente in Italia, quel che adesso è assodato, ovvero che Simenon è un grandissimo scrittore, Sciascia lo sostenne a più riprese in tempi non sospetti, contrapponendolo alla scuola hard-boiled americana e, in particolare, a  Dashiell Hammett: «…in Hammett – scrive Sciascia – la tecnica non riesce a riscattare la materia narrativa; mentre in Simenon è connaturata ad essa, è stile, è umanità». Una frase – con la consueta asciuttezza – che dice molto più di tanti saggi.

Recensione di Salvatore Lo Iacono

 

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Conosci l'autore

Leonardo Sciascia

1921, Racalmuto

Leonardo Sciascia è stato uno scrittore e uomo politico italiano. Esordisce sotto il segno di una prosa poetica (Favole della dittatura, 1950; La Sicilia, il suo cuore, 1952) che lascia però presto il passo ad una vena che si rivelerà per lui più feconda. A dire dello stesso Sciascia, la sua cifra più autentica affonda infatti le radici in «una materia saggistica che assume i modi del racconto». Questa direzione è subito evidente fin da Le parrocchie di Regalpetra (1956) e Gli zii di Sicilia (1958), che mostrano come gli spunti di cronaca isolana si sappiano fare pretesto e cornice per indagare sul costume sociale e le sue degenerazioni.Esempi ancor più compiuti in tal senso saranno Il giorno della civetta (1961) e A ciascuno...

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