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Mia amata Yuriko - Antonietta Pastore - copertina
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Mia amata Yuriko

Descrizione



«La donna che vidi venire verso di noi aveva poco in comune con la ragazza della foto sul molo. L’ovale del viso, la delicatezza dei tratti erano gli stessi, ma dell’espressione sbarazzina non restava piú traccia. Che fine aveva fatto quella ragazza?»

Yuriko è una ragazza caparbia, vitalissima, che vive con la sua famiglia, d’origine contadina, sull’isola di Etajima, vicino all’Accademia navale. Yoshi appartiene invece a una stirpe di samurai, è uno dei migliori allievi dell’Accademia, ma si è iscritto solo per volere dei genitori – la sua vera passione è la poesia. In tempo di pace, il matrimonio tra i due sarebbe stato impensabile, ma di fronte alla possibilità che Yoshi venga mobilitato da un momento all’altro, anche i suoi impettiti genitori si ammorbidiscono, acconsentendo alle nozze. L’amore di Yuriko e Yoshi rischia però di essere un’altra vittima della bomba atomica. Yuriko infatti, non avendo da un po’ notizie del marito, imbarcato su una nave della flotta giapponese, la mattina del 6 agosto 1945 prende il traghetto diretto a Hiroshima, per andare a chiedere informazioni alle Poste centrali… Antonietta Pastore sa condurci con garbo e sapienza nell’universo giapponese, facendoci da guida tra i colori e i sapori di una società dai codici spesso indecifrabili. Muovendosi nello spazio e nel tempo, ci racconta il dolore struggente dell’abbandono, la fierezza dei sentimenti piú profondi, compresa la nostalgia, la dignità di chi pur subendo discriminazioni sceglie di non tradire la parte piú vera di sé.
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Dettagli

2016
19 gennaio 2016
132 p., Brossura
9788806228736
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Indice


Un brano dell'intervista all'autrice

B.S. La reticenza a parlare dei sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki dipende dalla discrezione orientale, oppure da una volontà di rimozione?

A.P. La discrezione ha il suo ruolo, ma riguardo alle esplosioni nucleari si è verificato qualcosa di paradossale: le vittime si sono a lungo vergognate di parlarne e di apparire in pubblico, non tanto nello sforzo di un'impossibile rimozione, quanto per razione all'atteggiamento di rifiuto da parte del resto della popolazione. La reticenza nasce dal desiderio di proteggere se stessi, la propria famiglia. Solo di recente si nota un'inversione di tendenza.

Brunella Schisa, Venerdì di Repubblica

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VeroA
Recensioni: 5/5

Ho iniziato a leggere questa storia un po' prevenuta, non sapevo cosa aspettarmi. Già dalle prime pagine però mi sono immersa nel racconto e non sono stata più capace di staccare gli occhi dalle parole. Questa storia trae spunto dalla vicenda personale dell’autrice, Antonietta Pastore, più precisamente dalla vita di una delle zie di suo marito, Yuriko, e racconta la travagliata storia d’amore tra Yuriko, giovane contadina, e Yoshi, un giovane appartenente a una famiglia di samurai, durante la Seconda guerra mondiale. Questo racconto è narrato con una delicatezza e un tatto unici. Ma cosa ben più importante, invita a riflettere su una tematica molto importante: la discriminazione che le vittime (specie le donne) delle bombe di Hiroshima e Nagasaki hanno subito da parte dei loro stessi concittadini. Attraverso la storia di Yuriko, Antonietta Pastore ha dato voce anche a quelle donne – di Etajima, di Hiroshima o di altrove – che sono state doppiamente vittime, ma di cui “si è sempre evitato di parlare”. È un libricino molto piccolo ma intimo, dolce e a tratti struggente. È denso di sentimenti, dolore e nostalgia. È una lettura che ho apprezzato molto, scorrevole ma che ha lasciato il segno.

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Stefania
Recensioni: 4/5

Lettura interessante e intensa, bellissima la figura, reale tra l'altro, di Yuriko donna prima vivace ed emancipata per poi diventare nel post Hiroshima, dolcemente malinconica e rassegnata. Una storia rivelata dalla Pastore, membro acquisito della famiglia di Yuriko, attraverso un plico di lettere che riveleranno molto di questa donna così mite e graziosa. Una parte della storia catastroficamente drammatica come quella dell agosto '45 ad Hiroshima che ha lasciato ferite visibili ed invisibili, la Pastore sa narrare con molto rispetto usando il suo stile arioso e mai pesante.

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Noemka
Recensioni: 5/5

Antonietta Pastore, persona che (oltre Giorgio Amitrano) dobbiamo ringraziare per le ottime traduzioni di Murakami e altri autori giapponesi, ci regala in questo libriccino una storia molto particolare narrata con tanta dolcezza e tatto. Ciò che mi ha fatto apprezzare ancora di più il libro è che questo non è un racconto fine a se stesso ma c'è qualcosa di più, una piccola luce su una tematica sulla quale c'è molto da riflettere.

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Voce della critica

Fukushima, primavera 2011; Hiroshima e Nagasaki, agosto 1945: che cosa lega questi eventi oltre alla loro comune natura di fenomeni distruttivi, sconvolgenti, portatori di morte? L’avere generato conseguenze che “continuano a lavorare sui sopravvissuti attraverso gli anni e le generazioni”, e vanno a sommarsi alle vittime fisiche del fungo e dello tzunami. Yuriko è appunto una vittima dell’atomica: non solo o non tanto perché molti anni dopo, come numerosi giapponesi contaminati dalle radiazioni, si ammalò di cancro, ma perché la sua vita privata, dopo il 6 agosto, non poté più dirsi sua, determinata ormai dalla feroce e ineluttabile intrusione nelle scelte più intime degli effetti e dei contraccolpi di quella terribile giornata.

Antonietta Pastore, per il rapporto intenso e duraturo con quel paese (è traduttrice di Murakami Haruki, Natsume So¯seki, Kawakami Hiromi e autrice di libri tra narrazione e antropologia sul Giappone), all’indomani di Fukushima, avverte con forza l’urgenza di scrivere: “Ci sono storie che sonnecchiano dentro di noi, come se attendessero il momento giusto per venir raccontate, l’evento che dopo anni le rende di nuovo attuali e le ripropone in tutta la loro drammaticità”. La storia prende avvio dall’incontro con Yuriko, zia acquisita di Pastore, e ha al centro la suocera (alla quale l’autrice era legata da un rapporto di rispetto e di amorevole complicità), figura luminosa, che ricopre il ruolo di guida nel percorso di avvicinamento all’esistenza e al dramma della sorella Yuriko. Di lei si parla per indizi disseminati nel testo che conducono a poco a poco al disvelamento del mistero della sua vita e del rapporto poi interrotto con il marito, Yoshiaki. Cadetto della marina militare, conosciuto nel 1943, di classe sociale elevata, a differenza di lei: solo in un momento straordinario come quello di un paese in guerra era stata possibile una simile unione, sulla base di un amore appassionato, tenero, esclusivo. Come può un’unione così perfetta, che ha superato prove tremende, finire con la separazione? Si capirà: identiche prevaricazioni, da parte del resto della popolazione, hanno subito gli abitanti di Fukushima.

Recensione di Luisa Ricaldone

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