Il ministero della suprema felicità
- EAN: 9788823518148

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«Arundhati Roy crea un mondo in cui i personaggi varcano confini di etnia, religione e genere per trovare, davvero, quella suprema felicità di cui parla il titolo del romanzo.» - Kirkus Reviews
«Due decenni dopo il celebrato Dio delle piccole cose, il secondo romanzo di Arundhati Roy, ambizioso e originale, fonde brutalità e tenerezza, risonanza mitica e materia da prima pagina di giornale.» - Publishers Weekly
«Bellissimo romanzo. La potenza della narrativa, la grande scrittura vera. Se avete letto Il Dio delle piccole cose, questo a me è piaciuto anche di più.» - Jovanotti su Instagram
«Siamo solo a metà del 2017, ma so per certo che Il ministero della suprema felicità sarà il mio libro dell’anno, e degli anni a venire.» - Catherine Dunne per Vanity Fair
Il ministero della suprema felicità ci accompagna in un lungo viaggio nel vasto mondo dell’India: dagli angusti quartieri della vecchia Delhi agli scintillanti centri commerciali della nuova metropoli, fino alle valli e alle cime innevate del Kashmir dove la guerra è pace, la pace è guerra e occasionalmente viene dichiarato lo «stato di normalità».
Anjum, nuova incarnazione di Aftab, srotola un consunto tappeto persiano nel cimitero cittadino che ha eletto a propria dimora. Dopo di che incontriamo l’incorreggibile Saddam Hussain, l’inquieta Tilo e i tre uomini che l’hanno amata: tra loro Musa, il cui destino è indissolubilmente intrecciato al suo, con la stessa forza con la quale le loro mani si stringono fin da quando erano ragazzi. Il padrone di casa di Tilo, un altro dei suoi innamorati, è adesso un agente dei servizi segreti di stanza a Kabul. E accanto a loro le due Miss Jebeen: la prima nata a Srinagar e sepolta, a soli quattro anni, nell’affollato Cimitero dei Martiri della città kashmira; la seconda apparsa a mezzanotte, in una culla di rifiuti, su un marciapiede di New Delhi. Dolente storia d’amore e insieme vibrante protesta, Il ministero della suprema felicità si snoda tra sussurri e grida, tra lacrime e qualche risata. I suoi eroi, spezzati dalla realtà in cui vivono, si salvano grazie a una cura fatta di gesti d’amore e di speranza. Ed è per questa ragione che, malgrado la loro fragilità, non si arrendono. Questa storia profondamente umana reinventa ciò che un romanzo può fare e può essere, e riafferma ad ogni pagina le doti narrative di Arundhati Roy.

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16/12/2020 11:35:58
Illeggibile. Ammetto che l'India non esercita alcun fascino su di me e che bisogna forse avere qualche cenno di una cultura e un pantheon così complessi per apprezzare questo guazzabuglio di parole, ma ci metto un filo di perfidia dicendo che oggigiorno fa molto chic e inttellettuale dire che si legge e si ama Atundhati Roy. Avete voglia di un romanzo dalle mille trame e personaggi che si incrociano? I "Viceré" di De Roberto, capolavoro della nostra letteratura e chiave di lettura imprescindibile per il presente italiano. (vorrei invitare i recensori a non usare l'aggettivo esoterico a sproposito... volevate dire esotico?)
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15/05/2020 07:10:08
Dopo due decenni da "Il Dio delle piccole cose", Arundhati Roy ritorna con questo romanzo dove il senso per la giustizia e il desiderio di speranza sono i punti forti. La Roy parla della sua terra, l'India, delle difficoltà di vivere in una terra soggetta a povertà, a divisioni, a classi sociali e a caste. La scrittrice, da sempre molto attenta a quanto avviene nel suo paese, dà voce agli ultimi, ai reietti, combattendo le loro lotte e supportandoli. Dal Gujarat sino a New Delhi, arrivando per il Kashmir, si muovono una serie di personaggi molto diversi. La scrittrice ci porta nel mondo degli hijira, anime femminili in corpi maschili come Anjum o ci fa conoscere una bambina trovata tra i rifiuti o ancora S. Tilloma, uno dei personaggi più enigmatici. Una storia corale raccontata con brutalità, violenza, ma anche con sentimenti teneri e dolci che mostra la capacità di non arrendersi e continuare a combattere per raggiungere la nostra pace, quel "ministero supremo della felicità".
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14/05/2020 06:11:34
Dopo aver letto Il Dio delle piccole cose mi sono precipitata a leggere questo nuovo romanzo di Arundhati Roy. È un intreccio di storie, di luoghi e di personaggi (moltissime storie, moltissimi luoghi e moltissimi personaggi) che, a volte, ti fanno perdere il filo. Ma la magia della sua scrittura ti conduce per mano fino alla fine, rivelandoti che tutte quelle storie, quei personaggi e quei luoghi convergeranno in un unico punto.
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04/10/2019 07:13:52
Un ritorno molto atteso alla narrativa quello di Arundhati Roy. Il libro racconta l'India delle emarginazioni, della violenza delle caste e la guerra a "bassa intensità" nel Kashmir, guerra contro i civili e gli inermi come sempre. Molti i personaggi e abbastanza ben delineate le questioni di genere, così come la psicologia dei peggiori tra i torturatori. Alcune figure femminili spiccano per il sentire che le attraversa e le lacera.
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10/06/2019 12:48:58
Noioso, brutto. Non mi è piaciuto.
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02/08/2018 23:09:23
libro molto bello scritto anche molto bene
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26/08/2017 14:19:48
Dopo aver letto Il Dio delle piccole cose e atteso per 20 anni un altro scritto...l'aspettativa è indubbiamente elevata. Scrittura di alto livello..mi sembra però che l'autrice si sia concentrata troppo sulla minuziosa narrazione che risulta a tratti pedante...non mi è proprio piaciuto...pur riconoscendo la levatura dell'autrice.
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03/08/2017 12:59:08
Ingredienti: un ermafrodita in fuga dal mondo, un mondo ricco di conflitti (modernità-tradizione, indù-musulmani, villaggi-metropoli), quattro amici di università che la guerra in Kashmir separa e contrappone, un cimitero trasformato in città-rifugio per tanti protagonisti della trama. Consigliato: a chi riesce a districarsi in trame fitte e complesse, a chi ama tutte le facce contrastanti dell’India.
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02/08/2017 17:30:55
Un altro capolavoro di Arundhati Roy, speriamo che non ci faccia aspettare altri vent' anni per un terzo, meraviglioso romanzo. Acuto studio sull' India contemporanea, scritto con prosa asciutta e toccante allo stesso tempo; che si sia un " hijra" , cioè l'anima di una donna finita in un corpo maschile, o un paria addetto alla rimozione dei cadaveri, o uno scarabeo rovesciato in attesa che una bimba lo raddrizzi, la felicità forse non è impossibile anche per chi parte così terribilmente svantaggiato.
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01/08/2017 06:31:56
Semplicemente meraviglioso ma io sono di parte...mi entusiasmano le trame di un'India esoterica, emarginata, delle caste che non si permeeranno mai tra di loro, dell'ambiguità della protagonista...specchio delle ambiguità sessuali esistenti pure da noi ma nascoste nel perbenismo delle famiglie tradizionali o tra le vesti nere o viola o rosse o bianche del Clero cattolico. Le pagine 142 / 143 sono un capolavoro! Assolutamente da leggere.
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31/07/2017 06:27:43
Come per Il dio delle piccole cose anche questo romanzo è un emozionante affresco di un'India esoterica, fantastica, dolorosa e straziante. Attraverso la vita di un ermafrodita che trasforma tutto in dramma, si vive la vita quotidiana di una non classe indiana, accentuata dal fatto di essere una minoranza sia religiosa che di genere. Consigliato a chi conosce l'India e a chi ama il romanzo di storia dolente e di speranza. Non mancano pagine bellissime di ironia e di humor. Si vorrebbe non finisse mai!
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25/07/2017 09:29:18
L'India e il suo variegato popolo, le miserie, non solo materiali, frammiste alle nobiltà morali, la tribalità che si mescola alla modernità, buoni e cattivi che non sono categorie definite,la violenza che spesso si fa scudo di dogmi religiosi per giustificare i propri crimini. Un romanzo affascinante e amaro...con una punta di lassi!
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16/07/2017 14:37:13
Naturalmente l'ho preso perchè ho subito la fascinazione di 'Il dio delle piccole cose'. L'ho lasciato a mezzo. Riconosco che il libro aiuti a comprendere l'universo indiano, adottando come punto di osservazione la vita di un'ermafrodita e del variegato mondo di emarginati che ruotano intorno a lei. Ma ho una certa età, è già arduo comprendere il mondo degli integrati e non ho tempo da perdere per l'esoterismo. Complimenti a chi lo trova bellissimo.
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28/06/2017 14:19:28
Il romanzo conferma la notevole capacità di scrittura dell'autrice. Realismo, dramma, leggerezza, mai disperazione creano l'ordito in cui si muovono personaggi epici, protagonisti di drammi infiniti dalla disuguaglianza sociale alle guerre di religione, ideologiche, di genere. La diversità trionfa grazie alla semplicità e alla naturalezza. Il ministero della felicità rappresenta l'India nel suo misticismo e nella sua violenza. Grande romanzo in armoniosa continuità con Il dio delle piccole cose; ne consiglio la lettura.
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20/06/2017 14:57:45
Beh, per chi ha letto "Il Dio delle piccole cose" certamente questo libro non sarà una vera scoperta. Il capolavoro dell'autrice rimane quello, ma scoprire l'India con lei è sempre un viaggio affascinante e terribile, inaspettato e misterioso. La sua scrittura è limpida, pulita, chirurgica, e la storia ben costruita.
