La storia di Igor Markevic. Il direttore d'orchestra del caso Moro

Per quanto gli autori nell'introduzione ci avvertano che il libro intende tratteggiare la figura di Markevic e non esplicitamente il suo (presunto) ruolo nel caso Moro, non si vede quale altro motivo potrebbe spingere un lettore a comprarlo se non il caso Moro, visto che per i melologi gli striminziti accenni al Markevic musicista non sono certo sufficienti. Chiarito questo, non si capisce cosa abbia spinto gli autori a scrivere centinaia di pagine di biografia (con ricerche certosine, ne va dato atto) per riservare al caso Moro l'ultimissima parte, in cui vengono ribadite suggestioni intriganti, ma sprovviste di qualsiasi puntello indiziario. Spiace dirlo (soprattutto per Fasanella, autore di ben più interessanti studi), ma è sostanzialmente un'opera inutile.

Igor Markevic, direttore d’orchestra di fama internazionale, intrecciò relazioni con ambienti attratti dalla massoneria e dall’esoterismo, con quelli anglo-americani di stanza a Firenze durante la liberazione e con quelli della Resistenza, dando ospitalità a comandanti partigiani. Ebbe un ruolo nella trattativa segreta tra alleati e nazisti, finalizzata a preservare dai bombardamenti il patrimonio artistico di Firenze ed entrò in contatto con i vertici del PWB, l’organismo del governo militare alleato incaricato di esercitare un controllo sui mezzi di comunicazione di massa italiani. Il coinvolgimento nel caso Moro parte da un dossier che rivela come il SISMI fosse sulle sue tracce nei giorni del sequestro e cercasse la prigione nei dintorni di Palazzo Caetani (Topazia, duchessa della famiglia, fu la sua seconda moglie); anche il magistrato Imposimato si recò nella zona del ghetto ebraico, ma fu poi ricattato dai servizi. La pista fu abbandonata sull’onda del memoriale Morucci, smentito dall’autopsia effettuata sul cadavere riguardo all’ora della morte e dal ritrovamento di materiale di origine vulcanica nelle suole delle scarpe, che dimostra la presenza del prigioniero in una zona del litorale laziale, tra Focene e Marina di Palidoro. A partire dal momento in cui Moro iniziò a parlare di Gladio, entrò in gioco un “livello superiore” riconducibile all’organizzazione Stay-Behind, a cui rispondevano i servizi segreti di vari paesi, Italia esclusa. La seduta spiritica in cui fu evocata la parola “Gradoli” è interpretata con riferimento ad un livello più occulto di quello massimo della gerarchia massonica: il grado 51 (LI in numeri romani) corrisponde, nell’ordine rosacrociano, al “Signore del Gladio”. Markevic fu il probabile intermediario di una trattativa che si concluse, misteriosamente, in modo tragico. Il libro, caotico ma interessante, si basa su indizi relativi ad una vicenda oscura, per la quale la verità giudiziaria è considerata, da più parti, inverosimile.

Mi aspettavo di più per quanto concerne la figura di Markevic in relazione ai 55 giorni del sequestro Moro. Fasanella ricostruisce l'interessante vita del direttore d'orchestra non senza passaggi ostici e ingarbugliati. Molto interessante la parte dedicata al mondo dell'esoterismo, soprattutto romano, cercando di dipanare, a tratti in modo confuso, una realtà ben presente in certi ambienti attraverso figure quali Reghini, Evola, Leone Caetani ecc...