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La misura del tempo - Gianrico Carofiglio - copertina
La misura del tempo - Gianrico Carofiglio - 2
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La misura del tempo
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misura del tempo

Descrizione


Finalista al Premio Strega 2020

Un romanzo magistrale. Una scrittura inesorabile e piena di compassione, in equilibrio fra il racconto giudiziario – distillato purissimo della vicenda umana – e le note dolenti del tempo che trascorre e si consuma.

«Se non fosse colpevole di quell'omicidio, e non riesco a immaginare come sia possibile, sarebbe un tale concorso di circostanze sfortunate da mettere i brividi»

Tanti anni prima Lorenza era una ragazza bella e insopportabile, dal fascino abbagliante. La donna che un pomeriggio di fine inverno Guido Guerrieri si trova di fronte nello studio non le assomiglia. Non ha nulla della lucentezza di allora, è diventata una donna opaca. Gli anni hanno infierito su di lei e, come se non bastasse, il figlio Iacopo è in carcere per omicidio volontario. Guido è tutt'altro che convinto, ma accetta lo stesso il caso; forse anche per rendere un malinconico omaggio ai fantasmi, ai privilegi perduti della giovinezza. Comincia cosí, quasi controvoglia, una sfida processuale ricca di colpi di scena, un appassionante viaggio nei meandri della giustizia, insidiosi e a volte letali.

Proposto da Sabino Cassese per il Premio Strega 2020: «Una donna, una persona ambigua e sfuggente, un vecchio amore, ricompare nella vita di un avvocato, attento ma insicuro (i due ritratti sono delineati con grande maestria) e gli chiede di difendere suo figlio, imputato di omicidio. Da qui si dipanano due storie, costruite in un montaggio alternato, alla Griffith, verso il passato di quell'amore e il futuro della sentenza attesa. Una sapiente costruzione, in cui si riflettono le inquietudini del nostro tempo, e il cui protagonista è proprio il tempo (donde il titolo), che si incarica di trovare una soluzione alle due storie. Dal processo emergerà una nuova verità, ma non un nuovo colpevole, che sarà alla fine individuato in altro modo. Sotto queste vicende si nasconde un vero e proprio "conte philosophique". Dietro l'apparenza del “giallo" si celano insegnamenti profondi: la pluralità dei punti di vista; i diversi modi in cui si presenta la realtà; l'invito a dubitare della verità stessa. Due citazioni, una del capolavoro di Kurosawa e una di Canetti, in pagine diverse, rafforzano queste conclusioni. Carofiglio si conferma come una delle voci più importanti della narrativa italiana.»

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Dettagli

2019
5 novembre 2019
288 p.
9788806218140

Valutazioni e recensioni

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Cetty
Recensioni: 3/5

È stata una lettura che non mi ha molto entusiasmata, forse perché non sono avvezza leggere libri che abbiano come ambientazione tribunali e arringhe. Viene raccontato il tentativo di assolvimento di Iacopo, un giovane ragazzo che per tutta una serie di combinazioni si trova invischiato in un omicidio. La madre, Lorenza, non avendo più un legale che difendesse il figlio, si rivolge a Guido, un amico e avvocato. Tra di loro, un tempo, ci fu un sentimento che svanì dopo pochissimi mesi, ma la stima ed il ricordo rimase vivo nel tempo. Guido cerca in tutti i modi di trovare il modo per dichiarare Iacopo innocente e così assolverlo per sempre. Ci sono stati capitoli in cui mi sono sentita più coinvolta nella storia, altri come per esempio il capitolo 11 che avrei preferito chiudere il libro e fare altro. Ma superato il capitolo tutto è andato a ruota libera, gli eventi, le testimonianze, la struttura del libro cambia così come cambiano gli eventi nel tempo. Non è stata sicuramente una lettura che mi ha colpita particolarmente, ma se siete amanti della materia giuridica questo libro fa al caso vostro.

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Anna
Recensioni: 4/5

Come sempre le storie dell'avvocato Guerrieri filano incuriosiscono, appassionano e divertono. Consigliato!

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Silvia
Recensioni: 4/5

Che stile che ha Carofiglio! È il secondo libro che leggo di questo autore, ma voglio approfondirne la conoscenza! Questo libro ti rapisce dalla prima all’ultima parola, si imparano un sacco di cose sulla magistratura, sulle indagini, su come vanno compiute certe operazioni, sul ruolo di PM, magistrati, presidenti di tribunale, giudici, investigatori…. Wow! Mi è piaciuto un sacco! Le indagini di Guido Guerrieri mischiate a sue riflessioni sulla vita, sulla quotidianità, c’è quel giusto stream of consciousness che non annoia, ma che a un certo punto fa pensare. Due piani narrativi, uno sul presente e uno su uno stralcio di vita passata di Guido, che portano a importanti riflessioni sul tempo, sulla vita e sulle relazioni umane.

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Voce della critica

I vincitori del concorso "Caccia allo Strega" 2020

Stregata dal tempo – Recensione stregata scelta da Gianrico Carofiglio

Leggere Carofiglio significa sempre fare un viaggio introspettivo dentro sé stessi e non importa se questo viaggio si ripete nel tempo: il tempo è un'entità che travolge e che si dilata fino a scomparire. Qual è e dov'è la misura del tempo per il nostro autore? Il tempo è il leitmotiv che segna, come in un crescendo, il raggiungimento di quella maturità che diventa negazione stessa del tempo perché in essa tutto diventa un eterno presente. In “Intervista a Tex Willer”, uno dei più bei racconti di “Non esiste saggezza”, il protagonista diventa icona di un’eterna giovinezza che conserva gelosamente il suo essere nello spazio tra le vignette, luogo privilegiato dove succedono gli eventi importanti. Il tempo che quasi ossessivamente diventa catarsi e sublimazione torna, accorato, in “Le tre del mattino”dove il tempo è quello del rimpianto, della crescita, della notte che fatica a far posto all'alba. In quest’ultimo romanzo “La misura del tempo”, il tempo diventa ricordo, privilegio di un’età che anche se trascorsa e apparentemente perduta, vive ancora nel rimpianto dell'amore che è sì amore per una donna ma che si trasforma in amore per la gioventù perduta nella quale digressione e trasgressione lasceranno presto il posto ad una più matura ma sempre vitale dimensione della vita. Bellissimo romanzo di formazione che introduce nei meandri di una giustizia sempre più stanca e apatica e che tra un dibattimento e un flashback negli anni 80, dipana una coinvolgente vicenda umana e giudiziaria. Copertina: 4 Storia: 5 Stile: 5

Aurora

Sono passati quasi diciotto anni dall'esordio del più celebre personaggio di Gianrico Carofiglio in "Testimone inconsapevole", diciotto anni in cui i lettori di più antica data sono, di fatto, cresciuti e maturati assieme a lui affezionandosi alla sua probità intellettuale e sorridendo delle sue (più o meno bizzarre) abitudini e manie: le sempre più introspettive conversazioni con Mr. Sacco (il suo fedele, ancorché acciaccato, sacco da boxe), le incursioni notturne all'Osteria del Caffellatte (oasi-miraggio di ogni lettore insonne), l'inesauribile scorta di aneddoti e citazioni e l'autoironia un po' amara di chi è sempre più ossessionato dall'avanzare dell'età. Un senso di decadenza appena percettibile ed eppure, al contempo, fastidiosamente costante, rafforzato ora dal confronto con i colleghi più giovani e ora dal disamore crescente - che in certi momenti assume i contorni di una vera e propria "nausea" - per la professione ("più volte avevo pensato che grazie a quanto avevo guadagnato, e che avevo speso solo in minima parte, avrei potuto smettere e dedicarmi ad altro"). Ad aggravare il tutto, poi, ecco che gli si para davanti un nuovo caso in cui pubblico e privato si confondono: e se nel precedente "La regola dell'equilibrio" era stato un ex compagno di Università a chiedere il suo aiuto, a farlo qui è addirittura una vecchia fiamma, Lorenza, amore sfuggente e intensissimo della sua giovinezza. Il duplice confronto che ne segue, da un lato emotivo (eco delle memorie passate) e dall'altro etico (imposto dal presente delle vicende investigativo-processuali) si risolve in una narrazione sentita e nostalgica che dà pari spazio al racconto giudiziario come alla riflessione, e al rigore (deontologico e intellettuale) come alla pietà. Con un finale (Elias Canetti, a un certo punto, non viene citato a caso) per niente scontato. E la speranza - da parte del lettore - di non dover attendere altri sei anni per la prossima puntata. Copertina: 4 Storia: 4 Stile: 4

Franco

"Gli avvocati che hanno appena finito di parlare in un processo delicato sono come gli scrittori che hanno appena terminato un romanzo e lo danno a qualcuno perché lo legga: bisognosi di conferme. Terribilmente bisognosi". Queste parole, diegeticamente esplicative dello stato d'animo dell'avvocato nel momento decisivo della fine dell'arringa difensiva del proprio assistito, rivelano anche la sottesa preoccupazione dell'autore di fronte alla propria opera oramai conclusa, e data alle stampe. Ebbene Carofiglio può stare ben tranquillo. La sua metafora del tempo si è dipanata in una trama sicura nei suoi confini volutamente incerti, in piani intrecciati di ricordi e speranze, di un passato che vive in prospettive dall'esito problematico. Come in ogni giallo che si rispetti, l'esito giunge inaspettato, e non è certo il caso di svelarlo in anticipo, ma solo di rassicurare anche il lettore: il tutto è avvincente e si snoda in vicende comunemente comprensibili e piene del fascino discreto della quotidianità. Niente di clamoroso e incredibile, astruso o al di fuori dell'agire comune. Per cui non mancano neppure i momenti di relax, per così dire, culinario: sembra proprio che una buona ricetta non possa non allietare qualche istante della vita investigativa, come insegna Montalbano! Ma qui siamo in una atmosfera diversa: non quella dell'azione, ma della riflessione. E così la procedura giudiziaria viene decodificata dai numeri e paragrafi dei codici penali per diventare insegnamento etico e filosofico. E le metafore diventano interrogativi concreti e comprensibili dubbi di una vita che scorre nel tempo, con ritmi diversi a seconda dell'età. "L'invecchiamento non è un processo lineare. Così come il tempo non è un'entità lineare. Non è un'entità comprensibile. Nessuno lo capisce davvero. Nessuno è capace di definirlo". E si può concludere che l'autore, invecchiando, diventa più saggio e attento a farcene intuire l'eterno fluire. Copertina: 5 Storia: 5 Stile: 5

Arianna

Molto suggestivo ed evocativo, il titolo LA MISURA DEL TEMPO ha uno strano effetto sul lettore…Il Tempo pare affiancarlo sin da subito nella sua lettura e diventare quasi una presenza silenziosa eppure potente, vicina eppure ineffabile, misteriosa eppure così umana nei suoi effetti… Tanto che siamo costantemente portati a misurarci con questo compagno scomodo e petulante che è dimensione e causa in uno. E se il Tempo ci accompagna lungo la narrazione - che scorre su due piani temporali diversi, verso i quali il lettore è agevolmente condotto dall’autore – è piacevole vedere che in fondo abbiamo un piccolo, prezioso potere su di Lui: dinanzi a noi si aprono altri viaggi, altri orizzonti che la vita ed i ricordi di ognuno potrà dilatare a piacimento. E’ un libro che dice e non dice, che apre squarci sul “finito”, che vince, vorrei poter dire, la misura e le regole del Tempo appunto. Ci invita a riflessioni non solo sullo scorrere del tempo, ma anche sui nostri ricordi, sulle esperienze che ognuno di noi può trarre da essi, sulle proprie aspettative, sui sogni e sulle scelte o non-scelte che ci hanno plasmato. Potrebbe dire di più questo libro? Forse, ma se è vero che il taglio da romanzo giudiziario con i suoi approfondimenti giuridici molto interessanti governa con giusta misura la trama del tempo presente, allo stesso modo l’atmosfera malinconica, uggiosa, apparentemente quieta che avvolge il personaggio dell’avvocato Guerrieri di ieri e di oggi, è ben dosata, molto efficace e lascia – una volta riposto il libro - un piacevole sentore: quello di poter forse cogliere ancora tanto e di più del nostro vissuto e ampliare il nostro futuro. A noi la scelta. Al di là di ogni cosa che è stata, ecco la vera misura del Tempo! Lo consiglio. Mi è spiaciuto davvero finirlo.COPERTINA:4. STORIA:4. STILE 5.

Agnese

I ricordi sono piccoli sassolini nella strada del tempo, ma talvolta rimbalzano inaspettatamente nell'oggi, lasciando segni profondi. Cosa potrebbe essere più sconvolgente che rivedere dopo ventisette anni una persona amata e scomparsa misteriosamente? L'avvocato Guido Guerrieri non solo deve affrontare una nuova sfida giudiziaria, convincere la giuria d'appello dell'innocenza di un giovane accusato di omicidio, ma deve anche combattere con i cortocircuiti della memoria generati dai ricordi del passato che si legano in modo inevitabile al presente. Mentre gli interrogatori ai testimoni si susseguono e delineano la possibilità di storie diverse, ma possibili, la mente di Guerrieri è attratta dai numerosi indizi che quotidianamente sembrano indicargli il trascorrere del tempo. Riflettere sulla propria esistenza richiede forza nel giudizio, ma soprattutto nel sopportare i lucidi squarci di comprensione e la nostalgia per i giovanili stupori trasformatisi nel ripetitivo consumarsi dei giorni. Gianrico Carofiglio con il romanzo “La misura del tempo” chiede a tutti, personaggi e lettori, di fermarsi ed esercitare il difficile dovere del dubbio. Lo fa in modo chiaro e appassionato, senza mai dimenticare quanto possa essere inesorabile il richiamo del passato. Copertina: 4 Storia:5 Stile:5

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Come si difende un sospettato indifendibile? Come approcciarsi ai ricordi del passato i cui riverberi permangono nel presente?

Carofiglio, scrittore coi fiocchi candidato al Premio Strega, cerca di rispondere a queste domande non limitandosi a narrare i fatti di un giallo giudiziario - che oltretutto fa venir voglia di iscriversi a Giurisprudenza - ma riflettendo sulla ricerca della verità, che si rivela essere plurima, e sullo scorrere inesorabile del tempo.

Protagonista un avvocato penalista e la sua squadra di colleghi che si trovano a dover difendere un ragazzo che, per un concorso di circostanze sfortunate da mettere i brividi, è portato a essere il sospettato primario di un omicidio. L’avvocato è particolarmente toccato dal caso sottopostogli, dal momento che in passato la sua vita si è intrecciata con quella di Lorenza, la madre del ragazzo.
Mai scontata e mai banale, la vicenda si districa in numerosi flashback, fino a giungere all’inaspettato finale. È chiaro che l’intento dell’autore sia quello di lasciare il segno, con pillole di saggezza, citazioni dotte e riflessioni che inducono il lettore a meditare su verità scomode e amare.

Tra indagini, tribunali e processi, questo libro è per chi vuole concludere il ciclo dell’avvocato Guerrieri, ma anche chi apprezza una passeggiata sul lungomare di Bari e una libreria aperta solo di notte in cui si incontrano i personaggi più bizzarri. Dedicato a chi non smette mai di interrogarsi e ritrova frammenti del passato nella vita di tutti i giorni, si tratta di un romanzo che indubbiamente lascia la sensazione di aver letto qualcosa di vero.

di Elisa Buletti
Si ringrazia il Master Booktelling

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Gianrico Carofiglio non mi delude mai, e nemmeno l’Avv. Guerrieri. Finalista nel Premio Strega, mancano poche ore per sapere se sarà La misura del tempo a vincere.

Come sempre Guido Guerrieri fa i conti con la sua coscienza, con i suoi sogni rimasti nel cassetto, con la sua paura del tempo che scorre. Arrivati sulla soglia dei cinquant’anni ci guardiamo indietro e cosa vediamo? Abbiamo portato a termine i nostri progetti? Abbiamo superato le nostre paure? Siamo in grado di fare i conti con eventi del passato che si ripresentano?

Non entro nella trama per lasciarvi il piacere di leggere, ma tutte le storie che hanno come protagonista l’avvocato Guerrieri mi hanno sempre trasmesso sicurezza: da un professionista così mi farei difendere. La pacatezza, la tranquillità, l’intuito riescono sempre a darti spunti di riflessione nonostante l’incarico che ha assunto e che descrive nella storia.

Mai noioso, mai banale, anche nelle descrizioni più tecniche. Accettando la difesa del figlio di un vecchio amore, il protagonista accetta anche un coinvolgimento in un passato che non ha mai dimenticato, un passato che è rimasto sopito in attesa di un’epifania che lo riportasse a galla.

Due temi basilari a mio avviso: il tempo, quello che scorre inevitabile, quello che non ci appartiene più, quello della maturità che ci rende riflessivi e accorti e forse in qualche modo più fragili, ma che l’autore ci mostra anche questa volta come alleato. E la verità. Fino a che punto conosciamo la verità? É la nostra verità o quella che vogliamo vedere?

Dimenticavo, siamo a Bari, nella sua Bari, e da come viene descritta sembra di essere a “casa” con Guido Guerrieri.

La parola alla Giuria del Premio Strega, ma voi leggetelo!

 

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Gianrico Carofiglio

1961, Bari

Gianrico Carofiglio è un autore, ex magistrato ed ex politico italiano. Magistrato dal 1986, ha lavorato come pretore a Prato, Pubblico Ministero a Foggia e come Sostituto procuratore alla Direzione distrettuale antimafia di Bari. È stato eletto senatore per il Partito Democratico nel 2008. Il suo primo romanzo è del 2002, Testimone inconsapevole, edito da Sellerio. Con quest'opera Carofiglio ha inaugurato il legal thriller italiano. Il romanzo, che introduce il personaggio dell'avvocato Guido Guerrieri, ottiene vari riconoscimenti riservati alle opere prime, tra cui il Premio del Giovedì "Marisa Rusconi", il premio Rhegium Iulii, il premio Città di Cuneo e il Premio Città di Chiavari. Sempre con protagonista Guerrieri, da Sellerio seguono nel...

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