Last Man Standing

Chissa se si riferiva a se stesso il vecchio leone texano quando ha scelto questo titolo per la sua ultima fatica. Direi proprio di si. Ottantacinque anni e non sentirli, 85 anni e avere ancora la voglia e la forza di raccontare qualcosa. E di storie da raccontare un personaggio come lui ne ha davvero tante. E sceglie una musica energica e variegata in cui evoca lo spirito del western swing e dell'honky tonk country. Insomma è un album assai diverso dal suo predecessore "God's problem child" che era sicuramente più intimista e legato alla tradizione della ballata country. Poi la voce di Nelson che mette da parte quelle inflessioni da crooner (probabilmente dettate dall'età) delle ultime prove in favore di una vocalità più aspra e diretta. Undici i brani proposti, nessuna caduta di tono. Tra le vette mi pare vada citata "Don't tell Noah" con quelle chitarre cosi limpide, l'armonica a dettare un tempo blues e un pianoforte di matrice boogie. Poi direi "Ready to roar" spolendido omaggio alla tradizione western swing del suo Texas. Chi ama il Nelson più meditativo e legato alle ballad avrà di che godere con "I'll try to do better next time". Non c'è che dire, il vecchio leone ruggisce ancora.🔝🔝🔝