Napoli ferrovia

A differenza di Nostalgia, in cui ho sospirato per la pienezza che mi è rimasta quando ho chiuso il libro, in questo caso è calato più un silenzio. Un silenzio dovuto alla riflessione e alle tante domande che mi sono posta, fino a mettere in discussione tutto quello che pensavo di aver compreso. Chi lo sa qual è la verità. Fatto sta che in alcuni tratti l'ho trovato un po' ridondante. Ovviamente non si discute sulla penna dell'autore, sempre commovente. Inoltre, ogni libro di Rea mi dà la possibilità di scoprire cose nuove sulla mia città. Grazie, Rea. Sei Patrimonio per Napoli

Cronaca-diario in cui Rea si inventa (?) un giovane amico ex naziskin (Caracas) di cui si prefigge di scrivere la vita. Mi sembra un abile trucco per esternare tre sentimenti: la nostalgia, la rabbia e l'amicizia. Nostalgia per il padre abile imprenditore, per la Napoli antecedente il secondo conflitto mondiale. Rabbia per l'indolenza e la supina accettazione dei napoletani del "furto del mare" perpetrato dagli americani ai tempi della Guerra Fredda e per le drammatiche conseguenze sul commercio e sulla delinquenza gestite dalla camorra. Rabbia anche verso le ideologie e le religioni cieche nei confronti dell'olocausto (Rea sarebbe il cognome privato di una consonante causa presunte origini ebraiche peraltro mai documentate). Amicizia come prova sul campo per sviscerare e appianare le discrasie tipiche del rapporto tra giovani ed anziani. Alla fine resta l'amaro in bocca per la consapevolezza dell'ammissione dell'autore di una sconfitta irreversibile.

Non mia ha entusiasmato. L'ho trovato lento, con personaggi assurdi e irritanti. La prosa è ottima, ma non basta per rendere la lettura scorrevole. Confesso che ho avuto più volte la tentazione di sospendere la lettura.