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Fulco Pratesi naturalista che da più di trent'anni si dedica alla salvaguardia dell'ambiente e delle specie protette appartiene a una generazione che si riconosce nei versi di Cesare Pavese nei Mari del Sud: "Oh da quando ho giocato ai pirati malesi / quanto tempo è trascorso". Per i ragazzi come lui Sandokan era l'avventura e Salgari il suo profeta; giurò che sarebbe andato in India per vedere Sua Maestà la Tigre del Bengala e ci andò davvero nel 1970 e poi nel 2003. Pratesi scrive con la finezza e la fascinosità del narratore le sue notazioni e impressioni di viaggio accompagnate da disegni di animali e piante schizzati dall'autore stesso e intervallate da brani di "classici" salgariani da I misteri della Jungla Nera a Le due Tigri. E subito romanzo e realtà si intrecciano si rispecchiano si rinforzano reciprocamente moltiplicano echi e riflessi talora si correggono. Subito siamo immersi nell'universo linguistico e nell'immaginario paesaggistico del "Capitano": tigri rinoceronti elefanti coccodrilli e gaviali orangutan. cobra e pitoni buffi babirussa le Sunderbuns paletuvieri giacchieri manghieri nagassi sciambaga. Viene riproposto il brano in cui Ada la Vergine della Pagoda compare dinanzi a Tremal-Naik il cacciatore di serpenti in mezzo a una macchia di mussenda dalle foglie sanguigne e dall'intenso profumo la pianta simbolo del ciclo della Jungla Nera. Forse l'ultimo regalo di Salgari è stato proprio il suo contributo a rendere sensibili tanti giovani lettori al problema della sopravvivenza di ambienti e animali oggi in pericolo e quindi a moltiplicare le aree protette. Infatti i parchi nazionali in India grazie all'afflusso di turisti consentono di resistere ai tentativi di trasformare gli ambienti naturali in campi coltivati con un equilibrio sempre precario tra esigenze delle popolazioni e salvaguardia della natura.
Fernando Rotondo
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