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Nicolò De' Conti. Un chioggiotto dalla corte di Tamerlano al mar di Banda
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1986
1 gennaio 1986
125 p., ill.
9788870860191

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Dave
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Nicolò è uno dei più grandi viaggiatori di ogni tempo. È in Africa, in Asia, solca l’Oceano Indiano per anni, risale il Gange, l’Irawaddy, arriva a Giava, al Borneo, alle Molucche; osserva flora, fauna, costumi; impara lingue, addita usanze, comportamenti, religioni. Dopo aver visitato anche la Spagna rientra in Clugia, a Chioggia, torna a far parte del Consiglio (1451), ricopre varie cariche, fino alla massima di Giudice Palatino e muore nel 1469. Non si conosce la sua data di nascita, né si può stabilire con esatezza il numero degli anni del suo peregrinare. È certo che fu a Firenze nel 1439, ove, per volere di Eugenio IV Condulmer, fece il racconto dei suoi viaggi all’umanista Poggio Bracciolini, segretario del papa; le poche pagine sono ricche di notizie affascinanti: vi apprendiamo che l’Oceano Indiano è tutt’uno con gli altri mari. Il Conti è della parrocchia del cosmografo fra Mauro, che nel 1459 ci da il famoso mappamondo – ora alla Marciana – ove si vede sotto l’Africa il passaggio tra i due oceani. Una copia dell’opera viene regalata al re del Portogallo: fu come indicare la via per le Indie Orientali. Uomo forte e coraggioso, esempio di come potere in modo pacifico e pacifero, contattare “altri”, da noi “diversi”. È giusto celebrarlo oggi poiché – se nato intorno al 1385-86, come alcuni studiosi affermano – ricorrono quest’anno (1986) seicento anni dalla sua nascita.

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