Non c'è più la Sicilia di una volta

Piacevolissima lettura per affrontare il multiforme mondo della Trinacria approcciandolo con storie moderne senza tirare in mezzo i mostri sacri della letteratura siciliana. L'intento è lodevole e il piglio narrativo è raffinato e brillante. Un approccio inedito e coraggioso per capire la Sicilia del terzo millennio senza passare per forza da Villa Palagonia, Cagliostro e il bandito Giuliano.

Un saggio in cui Savatteri, con maestria e dovizia usata ne "I siciliani" presenta una Sicilia nuova nonostante i luoghi d'eccellenza già trattati da lui stesso o da altri. Tanto ciò è vero che numerose sono le testimonianze che arricchiscono le città o i particolari conosciuti dell'isola. In sintesi: un capolavoro accompagnato altresì da una grande ironia pungente e divertente che invoglia il lettore nel proseguire la lettura.

Io sono siciliano per ascendenza paterna ed ho vissuto, tra i quindici ed i ventidue anni, prima in un paese della Sicilia interna e poi a Palermo. Così mi sono accostato al libro di Savatteri con curiosità e con un sentimento di amore-odio, che ritengo sia comune a molti di coloro che, per un motivo o per l'altro, sono vissuti un po' al Sud è un po' al Nord. L'inizio del libro è stato pari alle mie aspettative: l'Autore ha dichiarato che gli scrittori del passato (Verga, De Roberto, Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Sciascia, Vittorini, Brancati, Quasimodo) non descrivono più la Sicilia di oggi. Mi è piaciuta anche la parte finale, in buona parte dedicata al fenomeno mafioso. Invece, mi ha un po’ lasciato in dubbio la parte centrale nella quale si commentano i diversi libri che sono stati recentemente scritti sull'isola. La considero la meno riuscita. In definitiva una lettura coinvolgente per chi la Sicilia la conosce o la vuole conoscere