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“La vita è bella anche se non ne fai un post.” Quanta verità nel libro di Ester. Ho scelto questa sua frase per rappresentarlo, una frase breve ma che ne riassume il contenuto. Ispirandosi al personaggio di Ebenezer Scrooge, protagonista del famosissimo “Il canto di Natale” di Charles Dickens, l’autrice ricrea un nuovo Ebenezer, un uomo di oggi, ossessionato da like e visualizzazioni. I tre spiriti del Natale lo porteranno nel Natale passato, in quello attuale e in quello che potrebbe essere in futuro, se la situazione non cambierà. Non sapevo bene cosa aspettarmi da questo libro, ero molto curiosa di scoprire l’idea dell’autrice e devo dire di esserne rimasta stupita, durante la lettura mi trovavo a pensare “È proprio così”. In questo testo troviamo una sorta di “condanna” agli influencer, in particolare Ester espone quanto ci sia di finto ed irreale sui social. Ormai i giovani di oggi sognano di lavorare come influencer, guadagnando cifre da urlo con un semplice video o un post sponsorizzati. La vita di questi soggetti appare come genuina e spontanea quando in realtà non lo è. Chiaro che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio ma il fenomeno degli influencer ha creato stereotipi dannosi. L’uso spropositato dei social ha fatto perdere importanza a gesti semplici e sono sempre più frequenti le truffe online, i soldi facili e la “bella vita”. Ogni foto pubblicata è passata prima da Photoshop, altrimenti non è perfetta. La prima parte del libro, quella del Natale passato, è stata la mia preferita. L’autrice racconta come era il suo Natale, le usanze, i piatti tipici, i momenti condivisi con i parenti. Oggi il Natale è diventato quasi strumento di esibizionismo. Una gara a chi fa il piatto più bello, a chi beve il vino più costoso, a chi ha l’outfit più chic e soprattutto l’importante è pubblicare ogni cosa sui social per mettere in mostra.
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