Il nuovo che avanza

Michele Serra legge con occhi acuti la società che lo circonda negli anni novanta cogliendone in termini paradossali manie, ossessioni, frivolezze; e anticipando con lungimiranza la comunità odierna imbevuta di futilità ed egoismo. Non c’è mai la risata grassa (tranne che nell’esilarante episodio dell’omicida dei negozi), tutto scorre piuttosto su un fondo di amara nostalgia per ciò che era semplice e ingenuo e che nel giro di poco tempo è stato soffocato da un “nuovo” pacchiano, arrogante e vacuo.

Quando lo lessi la prima volta, alla fine degli anni 80, Berlusconi era poco più che un palazzinaro milanese, "mani pulite" era solo un'esortazione della mamma prima di mettersi a tavola, e sulla politica regnavano ancora, incontrastati, la DC, il PSI, il PCI... Questa raccolta di racconti mi aperse gli occhi, mettendomi di fronte a cambiamenti sociali che forse oggi vengono dati per acquisiti, ma che allora erano di là da venire e venivano già evocati con pungente ironia. Il fatto che tutto potesse avere un prezzo, perfino il nome proprio, l'ossessione per la chirurgia estetica, una certa cultura autoreferenziale che parla per frasi fatte, il sospetto per il diverso, anche se sotto forma di bambino... Ho notato con stupore pessime recensioni su questo libro. Non sono per niente d'accordo. Letto a distanza di anni, trovo ancora moltissimi spunti che fanno ridere e pensare e tantissimi modi di dire - ad iniziare dal titolo - che sono entrati a fare parte del lessico quotidiano.

Libro davvero bello di Michele Serra che apre le porte ai possibili pericoli che innovazione e progresso portano con se, spesso celati. Riprendendo esempi, conoscenze comuni, e testi classici ne propone una nuova chiave d'interpretazione ambientandoli in un futuro non lontano dal nostro. Impeccabile il capito sul riadattamento di Dr. Jekyll e Mr. Hyde