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Gli occhi, la bocca di Marco Bellocchio - DVD
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Descrizione


Un famoso attore ritorna a Bologna dopo tanti anni per riunirsi con la famiglia in occasione del funerale del fratello gemello, morto suicida. Il tragico evento lo porta a rivalutare tutto quel mondo da lui lasciato in maniera troppo brusca e frettolosa. Tenta di adeguarsi alla situazione familiare ma inizia un tormentato rapporto con la fidanzata del fratello.
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Dettagli

1982
DVD
8032134026870

Informazioni aggiuntive

Ripley's Home Video, 2009
Terminal Video
94 min
Italiano (Dolby Digital 1.0 - mono)
Italiano per non udenti; Inglese
Wide Screen
trailers; foto; interviste

Valutazioni e recensioni

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Euge
Recensioni: 4/5

Niente male, carina metafora sul tema dell'alter ego e interessante rappresentazione della morte. Un po' abusati invece i temi triti e ritriti sulla contestazione dei vecchi schemi borghesi. Attori bravi anche se a volte è un po' forzata l'accentuazione dell'accento emiliano. Un po' scontata l'evoluzione del rapporto tra Castel e la ragazza del fratello, ma ben raccontata. Simpatica anche la spiegazione del titolo.

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HULK
Recensioni: 1/5

Film ,ancora film Bellocchio ammorba con le sue problematiche autobiografiche, sempre dal punto di vista personale. Ma perchè questi personaggi non si limitano alle lore sedute giornaliere dallo psicoanalista?

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Diego
Recensioni: 5/5

"Gli occhi, la bocca" è un film di grande intensità emotiva, una tragedia sentita a livello viscerale da Bellocchio, che ha perso per davvero un fratello. Le interpretazioni di Castel, Angela Molina, la Riva e Piccoli sono magistrali. Castel è bravissimo nella parte del fratello assillatto dai sensi di colpa per la morte del gemello, sempre sopra le righe, sempre sull'orlo di un'espolosione emotiva, inquieto e comunicativo. Angela Molina rimane scolpita nella memoria per la sua sottile interpretazione di Vanda, la ragazza del suicida, una donna senza punti di riferimento e totalmente allo sbando ma irrimediabilmente colpevole. Emanuelle Riva offre un'eccellente interpretazione della madre del suicida, una donna distrutta con brucianti quesiti che resteranno per sempre senza risposta. Infine la prova di Piccoli, anche se di poche battute, è come sempre notevole, uno zio cinico e indifferente che rappresenta un'intera classe sociale, l'alta borghesia di quegli anni. Buona visione

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Recensioni

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Conosci l'autore

Marco Bellocchio

1939, Piacenza

"Regista italiano. Interrompe gli studi universitari per frequentare il Centro sperimentale di cinematografia di Roma, dove allestisce vari cortometraggi e approfondisce la conoscenza di autori di rilievo come M. Antonioni. Mostra subito di essere interessato a un cinema che riesca a coniugare l’estetica visiva con la comunicazione di ideali, aspirazioni, rabbia, punti di vista personali sul mondo, affidando i suoi messaggi a un linguaggio concepito come momento di intervento culturale e politico. Il mondo di cui parla nel suo primo lungometraggio, I pugni in tasca (1965), presentato alla Mostra di Venezia come produzione indipendente, è quello giovanile in fase di pre-combustione sessantottesca; è la storia di un giovane, vittima di un’educazione oppressiva e di un ambiente asfissiante insopportabilmente...

Lou Castel

1943, Bogotá, Colombia

Attore italiano. Di padre svedese e madre irlandese, s'impone nell'opera di esordio di M. Bellocchio, I pugni in tasca (1965), in cui è un giovane dall'aria serafica e crudele che uccide la madre e il fratello minorato, e alla fine viene schiantato da una crisi epilettica. Il volto angelico e lo sguardo sulfureo, è assolutamente perfetto in un tale scenario dissacrante, che anticipa gli umori dell'imminente sessantotto. Interpreta poi Quien Sabe? (1966) di D. Damiani e Requiescant (1967) di C. Lizzani, due fra i più «politicizzati» spaghetti-western. In Grazie zia (1968) di S. Samperi imprime un tocco di gelido disprezzo alla figura dell'adolescente che seduce la bella zia, impersonata da L. Gastoni. All'apice della notorietà, recita in Galileo (1968) di L. Cavani, Nel nome del padre (1972)...

Emmanuelle Riva

1927, Chenimenil

Nome d'arte di Paulette Germaine R., attrice francese. Dopo aver lavorato come costumista, debutta in teatro a Parigi nel 1954 nello spettacolo Uomo e Superuomo di G.B. Shaw. L’esordio nel cinema avviene in Le grandi famiglie (1958) di D. de La Patellière, nel quale recita una breve parte, ma è con Hiroshima mon amour (1959) di A. Resnais, tratto da un testo di M. Duras, che si rivela al pubblico internazionale. L’anno successivo interpreta dapprima Teresa nel discusso Kapò di G. Pontecorvo, poi Marilina in Adua e le compagne di A. Pietrangeli, mentre nel 1961 è in Léon Morin, prete - La carne e l’anima di J.-P. Melville. Il delitto di Thérèse Desqueyroux (1962) di G. Franju le permette di vincere la Coppa Volpi a Venezia nel 1962. Parallelamente a quella cinematografica, prosegue la carriera...

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