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Ogni giorno è per il ladro - Teju Cole - copertina
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Ogni giorno è per il ladro

Descrizione


Le città si aprono intorno a chi le attraversa come un paesaggio e si chiudono come una stanza, diceva Benjamin. Ed è cosi per il narratore di questo libro, un nigeriano che torna nel suo paese dopo quindici anni vissuti a New York. È fuggito da Lagos quasi di nascosto, per motivi misteriosi forse anche per lui: certo c'entrano la morte del padre e un risentimento mai elaborato per la madre. Ecco, rabbia e amore sono la coppia che definisce il rapporto con la sua città: una metropoli enorme, brulicante di vite e di storie in una quantità che stordisce, avamposto della modernizzazione globale e allo stesso tempo calviniana città invisibile. Il testo è accompagnato da diciannove fotografie dell'autore, diciannove immagini che fanno da controcanto ai capitoli come una storia parallela, diversa eppure puntata verso la stessa direzione: sia le parole sia le immagini, in fondo, si interrogano sugli ostacoli della visione. Lagos è una città difficile da vedere, nelle foto di Cole appare spesso sfocata, nascosta dalla griglia di un recinto, da una tenda, da un finestrino offuscato dalla pioggia, dalla ragnatela di un vetro rotto. Allo stesso tempo le parole del narratore (studente di medicina e aspirante scrittore come il protagonista di "Città aperta") sono, è vero, di una lucidità che confina con la spietatezza, ma anche segretamente fessurate dalla malinconia, dall'irrequietezza, dal rancore di chi è stato tradito. Un appannamento dello sguardo che è quello proprio dell'amore.
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Dettagli

2014
2 settembre 2014
142 p., ill. , Brossura
9788806222338

Valutazioni e recensioni

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Francesco Cisternino
Recensioni: 5/5
C'e' di meglio

Storia breve scritta bene, ma a me non e' piaciuta granche'. Il protagonista, un giovane colto e intelligente, torna dagli USA dopo un lungo periodo di studio e riscopre il suo paese. Anzi, se possibile lo trova peggio di come l'aveva lasciato. La narrazione pero' e' priva di riflessioni vere e proprie, e vien da dire che se proprio non voleva dare mance e mancette a destra e a manca poteva anche restarsene in America.

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Voce della critica

  Le strade di una città, ha scritto una volta Borges, sono come le rughe di un volto: la memoria si tuffa tanto a fondo nel loro passato da rivelare le storie e i segreti degli uomini che le hanno abitate, vissute, attraversate, fatte germogliare. È così anche per la Lagos di Teju Cole, che dopo le atmosfere newyorkesi di Città aperta (Einaudi, 2012; cfr. "L'Indice" 2013, n. 10) torna ora con questo Ogni giorno è per il ladro, in cui racconta l'esperienza del suo primo ritorno in Nigeria, a quindici anni di distanza dal momento dell'emigrazione negli Stati Uniti. Corredato di un ricco apparato di fotografie, opera dello stesso Cole, il libro ebbe una prima edizione in Nigeria nel 2007, e rappresenta l'opera prima dello scrittore africano; negli Stati Uniti, come ora in Italia, è invece apparso più tardi, a seguito del successo di Città aperta. Con lo sguardo straniato dell'emigrato che torna in patria, ritrovando ogni cosa identica a come l'aveva lasciata e nello stesso tempo irrimediabilmente diversa, Cole narra le contraddizioni che non hanno mai smesso di percorrere la capitale nigeriana: uno spazio metropolitano denso di voci e di sogni, ma nondimeno invischiato in problemi apparentemente irresolubili, come la piaga di una corruzione che avvolge ogni aspetto della vita pubblica della città, la diffusione endemica di miseria e povertà, le assidue e brutali esplosioni di violenza. Ogni giorno è per il ladro dà a questo affollato universo urbano la forma di un diario, fatto di brevi brani narrativi che segnano altrettanti momenti del viaggio di Cole, dalle difficoltà al consolato nigeriano a New York per rinnovare il passaporto fino alle peregrinazioni senza fretta e senza meta per le strade di Lagos. Come il personaggio di Julius in Città aperta, anche il narratore di questo volume pare poco interessato a dare una immagine fattuale e oggettiva della metropoli nigeriana, prediligendo la più sottile verità dell'aneddoto: passo dopo passo, attraverso dettagli fugaci e stralci di conversazione, colleziona ragioni e desideri dei suoi abitanti, seguendo i sentieri che la storia si è sforzata di aprire nel corso del tempo, quelli che ha accantonato, quelli che ha preferito non intraprendere. La scrittura fluttua alternativamente sulle onde della nostalgia, della partecipazione, della rabbia, dell'ironia, a seconda che a prevalere sia la fascinazione per la città-labirinto, brulicante di mistero e proiettata nel futuro, o la repulsione per le opportunità che essa non smette, quotidianamente, di sprecare. "Non c'è storia che non sia vera", sosteneva Chinua Achebe, e anche Ogni giorno è per il ladro pare pervaso da un famelico "senso di realtà". Centro febbrile e pulsante di Lagos è per Cole il mercato, luogo mercuriale degli incontri, degli affari e delle frodi (cui allude anche il titolo del libro, parte di un proverbio locale, secondo cui "ogni giorno è per il ladro, ma uno è per il padrone", come a dire che per ogni conto aperto verrà il momento del saldo), caotico e mai silente, in cui il genio del luogo trova il suo palcoscenico ideale, la propria piena realizzazione. "Al mercato si va per partecipare al mondo", si legge nel libro, "Se rimani a casa, se ti rifiuti di andare al mercato, come puoi sapere dell'esistenza degli altri? Come puoi sapere della tua stessa esistenza?". In questo convulso coacervo di rumori e di corpi, la frase che più spesso si sentirebbe dire a Lagos, secondo Cole, sarebbe idea l'a need, vale a dire, pressappoco, "è il pensiero che conta", "basta l'idea". In una metropoli gravida di rimpianti, le persone vi troverebbero una irriducibile consolazione, cercando di convincersi ogni volta, anche di fronte alle evidenze più sfavorevoli, di aver ottenuto ciò che volevano, almeno a livello astratto. Cole prende le distanze dall'ingenuità di questo meccanismo di illusione collettiva, svelando come l'innominabile tabù della città sia quello dell'infelicità personale, da negare ad ogni costo, non diversamente che in Occidente. Eppure, proprio in questa ostinata fiducia nel futuro si può anche scorgere un motivo per cui continuare a scommettere sulla metropoli nigeriana: "ogni volta che, tornando a Lagos, finisco per caso in un angolo d'inferno, spunta sempre qualcosa che mi dà speranza". Una fiducia che raggiunge punte visionarie allorché Ogni giorno è per il ladro accenna al buio della notte africana, quando i generatori che forniscono le abitazioni di corrente elettrica si spengono, e non resta all'uomo che accendere le luci della propria immaginazione. Luigi Marfè

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Conosci l'autore

Teju Cole

1975

Scrittore, storico dell'arte e fotografo, è nato negli Stati Uniti e cresciuto in Nigeria. Ora vive a Brooklyn. Città aperta, il suo primo romanzo, (pubblicato in Italia da Einaudi nel 2013), ha vinto il PEN/Hemingway Award, il New York City Book Award for Fiction e il Rosenthal Award, ed è risultato finalista al National Book Critics Circle Award, il New York Public Library Young Lions Award, e l'Ondaatje Prize della Royal Society of Literature. Inoltre, è stato giudicato uno dei migliori libri dell'anno da più di venti testate, fra le quali «The New Yorker», «The Economist», «The Daily Beast», «Los Angeles Times» e «New York magazine». Nel 2014 esce in Italia, sempre per Einaudi, Ogni giorno è...

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