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Opera poetica: Gli araldi neri-Trilce-Poemi umani-Spagna, allontana da me questo calice. Testo spagnolo a fronte - César Vallejo - copertina
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Opera poetica: Gli araldi neri-Trilce-Poemi umani-Spagna, allontana da me questo calice. Testo spagnolo a fronte - César Vallejo - copertina

Descrizione


A trent'anni dall'ultima apparizione nel nostro paese dell'opera del grande poeta peruviano César Vallejo (1892-1938), la voce più originale e profonda della poesia ispanoamericana, senza dubbio il poeta peruviano più grande di tutti i tempi, una figura capitale nella poesia del XX secolo, Gorée la ripropone nella splendida traduzione di Roberto Paoli, il nostro massimo studioso del poeta peruviano. Il messaggio umano e poetico di César Vallejo ha profonde radici nell'anima india, ma non nasce da un'intenzione bardica e celebrativa, esterna e, per così dire, paternalistica rispetto ai valori di un gruppo emarginato ed oppresso, bensì da un'originaria identità. Con Vallejo il lettore europeo si trova davanti a un linguaggio tanto inaudito e atipico quanto sommamente espressivo. Il profondo attaccamento alla vita familiare, le esperienze del dolore quotidiano e la morte, la visione del mondo come un luogo di penitenza senza la certezza della salvazione; la solidarietà con i poveri e abbandonati dal sistema capitalista, sono le tematiche che emergono dalla sua poesia. L'opera è proposta con testo a fronte in lingua originale spagnola.
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Dettagli

2008
19 maggio 2008
2 voll., 800 p., Brossura
9788889605509

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Cristiano Cant
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Un canto in dedica agli ultimi, a quel solfeggio quasi senza mani che e' la vita degli oppressi, dei respinti, degli scartati. L'urto di una parola che sia fuoco di comprensione, di amicizia su questi cuori piagati, come un peso d'ingiusto che non puo' passare inosservato. Gran parte della poesia del nostro esplode presto in echi marxisti o evangelici, slanci agguerriti come preghiere accorate, al centro di un vero apostolato di rabbie sciolte stupendamente nella penna. Un peruviano che da Parigi ripensa e stringe d'amore la sua terra lontana: "Mulattiere, sei favolosamente vetrato di sudore,/ col tuo poncio colorato ti allontani./ Ed io da un'amaca, da un secolo di dubbio,/ rimugino il tuo orizzonte, il tuo spiare lamentato da zanzare...". Ma i toni si fanno non meno alti e intensi nelle composizioni sulla Spagna del '36 dilaniata dalla guerra civile, pagine dove, da solo, il singolo inno ai volontari della Repubblica tocca picchi di bellezza rara: "Marcia oggi con voi il bene ardente,/ vi seguono con affetto i rettili dalle ciglia immanenti/ e, a due passi, a uno,/ il corso dell'acqua che corre a vedere il suo limite/ prima che bruci". Una lotta tellurica e dolcissima fra la parola e la storia, un destino anche deciso, ma attorno al quale mai, mai il minimo verso potra' andare in ritirata. Perche' nei momenti in cui il poeta e il dolore arrivino a guardarsi in viso, sia quest'ultimo ad abbassare lo sguardo, e non il contrario. L'uomo perde soltanto se depone il proprio stupore, se vende la sua anima alla rozza corrosione corrente. Solo cosi' potra' dire davvero, come Vallejo fa, permettendoselo: "E' morta la mia eternita'/ ed io sto vegliandola". Due volumi infiniti che sanno d'Infinito, lo donano al mondo, lo sfiorano, e alla fine lo migliorano.

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César Vallejo

1892, Santiago de Chuco

(Santiago de Chuco 1892 - Parigi 1938) poeta peruviano. La sua vita fu segnata duramente dalle avversità, dovute, in un primo tempo, alle sue origini modeste e alla sua condizione di meticcio, e, più avanti, alla sua rigorosa militanza politica marxista, vissuta con integrità e indipendenza di giudizio. Conobbe giovanissimo la prigione e, riacquistata la libertà, fuggì in Europa (1923), dove rimase fino alla morte, ora espulso dalla Francia ora dalla Spagna, paesi nei quali alternativamente abitò, a parte un viaggio in Unione Sovietica. Durante la guerra civile spagnola si schierò con entusiasmo a favore della repubblica e prese parte a vari gruppi d’avanguardia (con Juan Larrea diresse la rivista «Favorables Paris Poema»)....

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