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L' ora dei gentiluomini - Don Winslow - copertina
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ora dei gentiluomini

Descrizione



La corruzione, la violenza e l'omertà che si nascondono dietro l'amicizia cementata dalle onde: Don Winslow torna a raccontare la faccia oscura del surf e della California del Sud.

«L'ora dei gentiluomini è una nuova, sensazionale immersione nei bassifondi di San Diego.» - James Ellroy

Boone Daniels vive per il surf. I surfisti di San Diego sono la sua vera famiglia. Una comunità che però rischia di andare in pezzi quando uno di loro viene ucciso e Boone accetta di difendere l'unico sospetto. È rabbia vera, quella che l'ex poliziotto si ritrova ad affrontare da parte di coloro che considerava dei fratelli. In più, via via che la sua indagine lo costringe a immergersi nelle torbide acque della società di San Diego, inquinate da avidità e corruzione, Boone capisce che in ballo non c'è soltanto un caso di omicidio. E che, per la prima volta, sarà davvero da solo ad affrontare le onde, onde sempre plù forti, pronte a spazzare via tutto ciò che conosce e ama, e la sua stessa vita.
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Dettagli

2016
18 ottobre 2016
376 p., Brossura
9788806204723
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Indice


Winslow: «Ognuno ha molte storie da raccontare a proposito della propria famiglia. Mia nonna era una giocatrice d’azzardo professionista, è vero. A volte portava con sé una pistola, ed è lei che mi ha insegnato a giocare, cosa che mi sarebbe tornata molto utile, più avanti nella vita (anche se devo dire che trovo giocare d’azzardo piuttosto noioso, e tendo a farlo il meno possibile).
Nell’altro ramo della famiglia, mio padre era un marinaio e un grande raccontatore. Era solito riunire i suoi amici in sala da pranzo, e cominciava a raccontare cose incredibili. Allora io mi nascondevo sotto il tavolo, e lui faceva finta di credere che fossi andato a letto… potevo andare avanti ad ascoltare storie tutta la notte!
Mia madre invece era una bibliotecaria, e questa è un’altra delle ragioni per cui le storie e i libri sono sempre stati considerati sacri, nella mia famiglia.
Non è un caso che sia io che mio fratello siamo diventati scrittori.»
Wuz: «Qual è – nella sua opinione – la qualità più importante che un romanziere deve possedere?»
Winslow: «Empatia. La capacità di sentire assieme al personaggio, di sentire per lui, di vedere il mondo attraverso i suoi occhi piuttosto che col proprio sguardo. Credo che sia questa la qualità più importante.»

Intervista di Matteo Baldi a Don Winslow per Wuz.it, gennaio 2013

Valutazioni e recensioni

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MB
Recensioni: 3/5

E' un bel romanzo che merita di essere letto. Non del livello de "Il potere del cane " ma comunque buono. Forse le aspettative su questo libro erano troppo alte e il giudizio puo' averne risentito.

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Luca
Recensioni: 5/5

Con Don Winslow si va sempre sul sicuro. Leggo un suo libro quando voglio disintossicarmi dalle banalità in cui spesso s'incappa con altri autori, purtroppo non me ne sono rimasti molti. Il suo stile narrativo è inconfondibile, la capacità di intrecciare la trama con sviluppi isospettabili resta una caratteristica unica. Dopo La Pattuglia dell'Alba un altro romanzo, con gli stessi protagonisti, di grande spessore.

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Fabrizio
Recensioni: 2/5

Spiace bocciare un romanzo di Winslow, uno dei miei scrittori preferiti, ma sarebbe ingiusto annovarare il suddetto romanzo nei sui scritti di successo. Non ci siamo. L'autore propone una storia lenta, poco avvincente e con personaggi spesso indistinguibili. La storia non pare mai avere la marcia per decollare e la noia ti accompagna sino alle ultime pagine. Passo falso Don, forse mi hai abituato troppo bene e sono esigente dai tuoi libri, ma sta volta hai deluso.

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Voce della critica


«Il suolo su cui ci troviamo, il cosiddetto "terreno solido", avete presente? Si muove sotto di noi. Ci porta a fare un giro. Diciamolo: che ne siamo consapevoli oppure no, tutti stiamo sempre facendo surf.»

Boone Daniels vive per surfare. Il lavoro è una spiacevole evenienza da affrontare solo quando è strettamente necessario. Magari per racimolare qualche soldo utile a portare una sinuosa account manager in cerca di emozioni forti a fare un salto alla Napa Valley o per riparare qualche tavola crepata.

Boone è un investigatore privato part-time. Ha fatto un po’ d’esperienza quando era in polizia. Mollò tutto per l’imbarazzo causatogli da una vita inappagante e piena di spinosi compromessi morali. Boone è uno che non scinde l’etica dall’estetica. Ciò che è bello deve essere buono.

Infatti in questo seguito de “La pattuglia dell’alba” a colpire è la bellezza mozzafiato dei suoi protagonisti e la feroce repellenza degli antagonisti, tutti brutti, sporchi e cattivi. Potremmo definire Winslow un manicheo della letteratura pulp. I surfer di San Diego sono dei coraggiosi cavalieri dalla scintillante armatura, ingaggiati per annichilire le forze del male, cioè quegli infami del Cartello e la loro ciurma di corrotti.


Cosa apprendiamo da questo secondo capitolo della serie sulla mistica del surf? Innanzitutto che questo sport è un universo con le sue particolari categorie morali. La più importante delle quali è non sconfinare nell’ora dei gentiluomini, quello speciale momento della mattinata in cui i surfer giovani, belli e forti vanno a lavorare e lasciano le onde migliori ai veterani. Un’occasione per queste leggende del surf di ricordare i bei tempi andati o iniziare qualche riverente giovanotto alle gioie dello sport più seducente.

Uno tra i più rispettati intrattenitori di queste adunate, un vero guru del surf, viene trovato morto. Boone non può accettare la ricostruzione sbrigativa data dalla polizia. Perché un ubriacone, una mezza tacca, avrebbe dovuto assassinare quel mito? Un omicidio senza senso. Il protagonista radunerà la Pattuglia dell’Alba, la squadra di surfer vigilantes del primo romanzo della serie, per indagare autonomamente, mettendo a soqquadro le strade più malfamate della città per scoprire, come da copione, che anche stavolta c’è di mezzo il Cartello.

Anche stavolta previste onde anomale su San Diego. Ma non temete, c’è Boone in giro. Il suo personalissimo, e forse pedante, mantra è: “Mai voltare le spalle a un’onda”. Per fortuna abbiamo ancora chi è in grado di domarla.


C’è poco da dire su Winslow. Il maestro indiscusso del pulp ha fatto suo, oramai da quasi due decenni, uno stile che è diventato leggenda tra i suoi lettori, diventati dipendenti da quello squisito intruglio composto da eroi eccentrici, grandiosi panorami su cui batte sempre il sole, quell’iconico confine California-Messico, e cattivi sadici. Il tutto shakerato con improvvisi scoppi di violenza e guarnito con quel pizzico di profanità che non guasta mai. Anche in questo caso Don soddisferà i suoi fan. Per quanto le sue avventure offrano sempre le stesse tematiche, Winslow è letteralmente incapace di annoiare. È probabilmente il più cinematografico degli scrittori di thriller in circolazione. La sua scrittura dovrebbe essere insegnata in ogni corso di sceneggiatura. Inutile consigliare la lettura di questo romanzo. Probabilmente avrete già smesso di leggermi e starete decidendo se pagare con contrassegno o paypal. Sbrigatevi.

Recensione di Matteo Rucco

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Conosci l'autore

Don Winslow

1953, New York

Don Winslow, ex investigatore privato, uomo di mille mestieri (tra cui il regista, l'attore e la guida nei safari), è autore di molti romanzi che lo hanno consacrato come uno dei nuovi maestri del crime e del noir contemporanei. Einaudi Stile libero ha pubblicato, tra gli altri, L'inverno di Frankie Machine (2008), diventato un vero e proprio caso letterario, Il potere del cane (2009), La pattuglia dell'alba e La lingua del fuoco (2010), Le belve (2011, stesso anno in cui esce Satori, per Bompiani), da cui Oliver Stone ha tratto l'omonimo film. Nel 2012, sempre per Einaudi Stile libero, è uscito I re del mondo, prequel di Le belve. L'anno successivo esce Morte e vita di Bobby Z, da cui è stato tratto il film Bobby Z - Il signore della droga, diretto da John Herzfeld con...

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