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L'ora incerta fra il cane e il lupo
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L'ora incerta fra il cane e il lupo - Hans Tuzzi - copertina
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ora incerta fra il cane e il lupo

Descrizione


Il corpo di una giovane donna gettato in fosso. Un solo indizio: tre nomi su un'agendina. Un nuovo caso per il commissario Melis

«Tuzzi è bravissimo... lo vediamo in cima a una nostra ideale classifica dei giallisti italiani» - Giovanni Pacchiano, Il Sole 24 Ore

«Uno dei migliori scrittori, non solo giallisti, italiani» - Fabrizio D'Esposito, Il Fatto Quotidiano

«Il commissario Melis può contare su una schiera di lettori affezionati. Forse perché assomiglia in qualcosa a Maigret» - Leopoldo Fabiani, La Repubblica

«Una storia poliziesca dal sapore nordico, un plot che non lascia respiro» - Iacopo Guerriero, Cult

Marzo 1985: nei campi ancora innevati alla periferia sud di Milano, sotto l'antico campanile dell'abbazia di Chiaravalle, viene trovato il cadavere sfigurato di una giovane donna. Inizia così la nuova inchiesta del commissario Melis, un'inchiesta che porterà passo dopo passo lui e i suoi uomini nel mondo del giornalismo e della più o meno alta finanza. E dei suoi legami più o meno occulti. Ma se, una volta appurata l'identità della vittima, le domande fondamentali sono quelle classiche - chi e perché - altri più sottili e inquietanti interrogativi tormentano Melis, sullo sfondo si una Milano che reca ancora ben visibili le tracce della nevicata che in gennaio bloccò per giorni le attività cittadine. E questi dubbi chiamano in causa gli affetti, le ambizioni e il potere di una società che sembra irrimediabilmente votata al degrado: per scoprire, alla fine, che soltanto nei semi delle carte i cuori sono più forti dei denari.
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Dettagli

3
2017
13 aprile 2017
165 p., Brossura
9788833928692
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Indice

La marchesa uscì alle cinque. Ma questo lo scoprirono dopo. E fu, per giorni, l'unica cosa certa delle sue ultime ore di vita. Dove fosse andata, chi avesse visto prima di finire così, nessuno sapeva dirlo. Nel piatto disegno bianco e nero dei campi si poteva ancora leggere la grande neve che in gennaio aveva avvolto in un silenzioso sudario il frenetico attivismo meneghino. Sugli alberi ancora spogli, neri spiccavano i frutti delle cornacchie. Se la donna fosse stata appesa a un ramo, si sarebbe potuto credere d'essere sulla tela di un antico maestro, aveva pensato in quel freddo mattino il commissario Michele Iurilli. Ma quel che della donna restava, no, non pendeva da un ramo. Era, grumi di carne restava, no, non pendeva da un ramo. Era, grumi di carne e sangue rappreso, buttato in un fosso dal quale si era levato rumoroso il volo delle cornacchie alla preda. L'avevano vista due muratori su un Ape, stavano andando all'abbazia per dei lavori: nella grigia luce dell'alba quel che li aveva incuriositi era stato proprio quel rumoroso consesso di uccelli da rapina. Mezz'ora dopo, il luogo era stato isolato da carabinieri e polizia. Che subito avevano pensato alla solita puttana finita male, benché i vestiti non fossero da donna di vita. E infatti...

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Claudio
Recensioni: 4/5

E' il mio primo libro su Melis e company e non è stato senz'altro esaltante. Storia ambientata all'inizio della primavera dell'85, l'anno della grande nevicata. Una donna, giovane, viene trovata barbaramente assassinata alle porte di Milano in un boschetto di solito frequentato da prostitute e loro clienti. L'indagine si interseca con la presenza a Milano di un noto killer di mafia, venuto al Nord per trovare il modo di riciclare il denaro mafioso.

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letizia
Recensioni: 3/5

La trama, lineare, disegna il quadro di un mutamento: quando, alla metà degli anni Ottanta, su Milano s'allungano le ombre della criminalità organizzata, la volgarità da privata diventa pubblica e i vecchi valori meneghini di sobrietà e understatement stanno per essere messi in soffitta. Una trama troppo lineare? Forse, rispetto ad altri Tuzzi. E nulla di politicamente corretto. Ma la pagina sulla traduzione da Proust vale, da sola, il prezzo del libro.

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Maria Gregorio
Recensioni: 3/5

Dò ragione a Caterina, non è il primo Tuzzi da leggere, ma comunque da leggere. Credo che qui l'’autore abbia voluto rappresentare l'’inizio del degrado etico e lessicale che, uscito in pubblico in quegli anni, da Milano ha invaso l'’Italia. Da milanese mi ci sono ritrovata molto. Vero, Tuzzi qui ogni tanto sonnecchia..., eppure la lettura regala qualche boccone prelibato. E, poi, secondo me, la fedeltà agli autori paga sempre, almeno fino alla terza caduta.”

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Conosci l'autore

Hans Tuzzi

1951, Milano

Hans Tuzzi, pseudonimo di Adriano Bon, è l’apprezzato autore – oltre che di saggi sulla storia del libro e sul suo mercato antiquario – dei celebri gialli ambientati a Milano che hanno come protagonista il commissario Melis: Il Maestro della Testa sfondata (2002), Perché Yellow non correrà (2003), Tre delitti un’estate (2005), La morte segue i magi (2009), L’ora incerta fra il cane e il lupo (2010), Un posto sbagliato per morire (2011), La notte, di là dai vetri (2019) sono pubblicati da Bollati Boringhieri. Con Vanagloria (2012) Tuzzi ci regala una nuova, sorprendente prova narrativa fuori dal genere giallo e con Morte di un magnate americano (2013) arriva finalista al Premio Commisso. Altri suoi libri pubblicati...

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