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La storia struggente del triste destino delle donne coreane rapite dall'esercito giapponese.
Seoul, 1937. Sangmi non si è mai sentita accettata dalla sua famiglia. Il padre, un uomo potente e rispettato in tutta la Corea, le è sempre parso freddo e distante. E sua madre le ha riservato un trattamento diverso rispetto ai fratelli. Quando la ragazzina, nel tentativo di attirare le attenzioni paterne, commette un gesto disperato che rischia di finire in tragedia, la famiglia la allontana da casa, relegandola in un remoto villaggio di campagna. Sola, ancora spaventata per l'accaduto, Sangmi non ha idea di quello che la attende. L'esercito giapponese controlla la penisola e un giorno un manipolo di uomini irrompe nella sua scuola, portando via le giovanissime ragazze. All'uscita, anche Sangmi viene rapita e trascinata con la forza fino a Shanghai, dove, a soli quattordici anni, viene arruolata tra coloro che passeranno tristemente alla storia con il nome di "donne di conforto", schiave del sesso negli infernali bordelli dell'esercito imperiale. Strappata alla sua cultura, alla sua terra e a tutto ciò che conosce, Sangmi dovrà trovare dentro di sé la forza per resistere, per impedire ai suoi aguzzini di spegnere anche l'ultimo barlume di speranza che custodisce nel cuore.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Una storia vera e agghiacciante che meritava assolutamente di essere raccontata. Alcuni passaggi sono molto disturbanti, in quanto l'autrice non lascia niente all'immaginazione rispetto alle atrocità subite da queste bambine e donne nelle mani di veri mostri. Per tutta la lettura si prova un senso di empatia e di vulnerabilità, ed anche il finale è molto commovente, momento in cui ci si rende conto che l'unica via d'uscita che la protagonista -ormai anziana- vede per se stessa è la libertà della morte.
Una storia dura e commovente. Da leggere con consapevolezza perché nulla viene lasciato all'immaginazione. La violenza subita da milioni di bambine, ragazze e donne coreane, e non solo, rapite e costrette a diventare quelle che oggi sono conosciute come comfort women è sbattuta in faccia al lettore ancora e ancora, perché è un tema per troppo tempo dimenticato, silenziato. Spero porteranno altro di quest'autrice in Italia.
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