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Orfeo in Paradiso - Luigi Santucci - copertina
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Orfeo in Paradiso - Luigi Santucci - copertina
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Descrizione


Premio Campiello 1967

"Orfeo in paradiso" si apre sul parapetto delle guglie del Duomo di Milano, dove Orfeo, che ha perduto l'amatissima madre, accarezza l'idea del suicidio. L'improvvisa apparizione di un misterioso personaggio stravolge la vicenda: lo sconosciuto gli offre la possibilità di un viaggio indietro nel tempo, attraverso la giovinezza della madre, ripercorrendo la storia della sua vita. Orfeo, accettando, non sa o non comprende pienamente quale sia la posta in gioco del patto faustiano, che a poco a poco rivela la sua insidia demoniaca...
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Dettagli

2010
1 gennaio 2010
256 p.
9788821182372

Valutazioni e recensioni

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Cristiano Cant
Recensioni: 5/5

Da qualche parte il passato c'è, deve per forza esserci. Somiglierà forse a uno strano giardino senza odori o cancelli, o a una strada non nota alle cartine su cui si incespica di continuo, oppure a un grande molo dove i ricordi non smettono di sbarcare. Confusa nebbia d'adesso trafitta da un sollievo, luogo del certo troppo in fretta fuggito, la guglia dove un uomo sta per gettarsi perché sa che di sotto ritroverà sua madre, persa da poco. Ma arriva un tizio a parlargli: "Finisce suicida solo chi non crede nel proprio passato". Meravigliosa persuasione. Da lì un invito a viaggiare nel tempo, ad assistere agli anni di sua madre bambina, a vivere i suoi giorni, dal vagito al parto che poi più avanti gli dette la luce, ma con un ordine preciso: non pretendere di cambiare nulla di ciò che è stato. Amarla come uno spettatore che le sta accanto con mille espedienti, tentare di proteggerla dal sangue della storia (i moti del 1898 a Milano), dai rovesci di un amore sbagliato; ma sa che non può spostare mezza pedina in quel destino, può solo starle accanto, guardarla, commuoversi, lì da quel luogo intatto e insieme mobile, già dato e tuttavia sorprendente, del quale egli sa tutto, e su cui non può purtroppo nulla. Proverà - contro l'ammonizione ricevuta - a forzare la trama, a guidare la madre verso scelte migliori, lontane dal dolore che lei gli descriveva narrandogli la sua vita. Invano. Un libro, una rivelazione. Scrittura magnifica, raffinata, un lungo sogno in forma di ricompensa verso un'anima rimasta ormai sola, tributo meritatissimo al suo grande amore verso la madre, prodigio e favola: "Non c'è che l'amore contro la guerra del tempo". Orologi inutili a scandire la stessa trappola, un Paradiso come specchio dell'infanzia, l'allora, il qui e il mai più congiunti in un miraggio tangibile. Poesia impigliata in un bellissimo regalo, duraturo e sbriciolato, sospeso e perduto. Romanzo indiscutibilmente stupendo.

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robiro
Recensioni: 4/5

Vivere momenti con le persone amate, ci danno l'idea del paradiso! Romanzo carico di tutta l'affettività che ogni mamma merita!

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claudio
Recensioni: 5/5

Una scoperta, e che scoperta.

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Recensioni

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Luigi Santucci

(Milano 1918-99) scrittore italiano. Esordì nel 1942 con il saggio Limiti e ragioni della letteratura infantile. Nel 1946 pubblicò Misteri gaudiosi (quasi una dichiarazione di poetica), cui seguirono il romanzo In Australia con mio nonno (1947) e i racconti Lo zio prete (1951), opere in cui si precisa la sua religiosità serena percorsa da un vivace humour. La sua opera più nota è il romanzo Il velocifero (1965), storia d’ambiente milanese che fa rivivere figure, oggetti, interni domestici tra fine ’800 e primo ’900. Interessante, dopo Orfeo in paradiso (1967, premio Campiello), Non sparate sui narcisi (1971), Come se (1973), soprattutto Il Mandragolo (1979), in cui l’angoscia della morte viene esorcizzata in chiave fantastico-grottesca e l’impasto fra sostrato dialettale e lingua colta raggiunge...

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