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Avete presente il "paradosso del sorite"? Un mucchio di granellini di sabbia è un mucchio; se ne tolgo uno, rimane un mucchio; se ne tolgo un altro, rimane un mucchio; ma se procedo fino a togliere il penultimo, dovrò dire che l'ultimo granellino rimasto è un mucchio. Cosa, ovviamente, impossibile. Esiste anche la versione detta "paradosso del calvo", ma l'ho evitata per carità di patria. E che cosa succede allora se prendo una lingua (ad esempio il latino) e ne cambio un dettaglio, che so, un vocabolo o una desinenza o una struttura? Rimane latino. E se ne cambio un altro? E un altro ancora? Fino a che punto potrò ancora dire che sto parlando in latino? A questo punto interviene Roncaglia: "La domanda (...) è mal formulata. Nei Paesi oggi neolatini, nessuno ha mai cessato di parlare latino (...) La trasformazione della parlata è avvenuta attuandosi nell'arco di secoli attraverso un percorso graduale (...) Ogni generazione vi ha contribuito (...) ma tra punti contigui nella catena generazionale non è, non può mai essere venuta meno la diretta intercomprensione, la coscienza di parlare - figli e padri - una medesima lingua" (p. 223). Libro difficile, bello e stimolante, "Le origini" ci porta a capire che le lingue, come tutte le strutture profonde, evolvono impercettibilmente ma implacabilmente e che a nessuno è mai capitato di addormentarsi romano e di risvegliarsi italiano. Profetico il finale (l'opera è nella sua prima versione del 1965): "Indebolire la coscienza del vincolo storico con la latinità significa indebolire l'idea stessa dell'unità europea: svenderla al migliore offerente. O al peggiore" (p. 246). Capito, nuovo governo? Giù le mani dal latino e dalla storia nelle scuole...
Il processo che porta alla formazione di una nuova lingua è complesso e richiede tempo, si appoggia sulla vecchia lingua che ormai ha concluso la sua fase, e subisce l'influsso delle lingue prossime. Così la formazione della lingua italiana parte dal latino, dalla lingua del cristianesimo, che ha forti influssi greci e dalle parlate volgari, questo volume racconta questa storia difficile e in parte oscura , con uno stile che direi scientifico, ma comprensibile, e ricco di informazioni .
Un saggio ormai classico ma sempre di profondo interesse per chi ama le discipline umanistiche.
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