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L'ottavo giorno - Thornton Wilder - copertina
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L'ottavo giorno - Thornton Wilder - copertina
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Descrizione


"All'inizio dell'estate del 1902, John Barrington Ashley di Coaltown, un piccolo centro minerario dell'Illinois meridionale, venne processato per l'uccisione di Breckenridge Lansing. Giudicato colpevole, venne condannato a morte. Cinque giorni dopo, all'una del mattino di martedì 22 luglio, sul treno che lo conduceva all'esecuzione capitale, John Ashley sfuggì ai suoi custodi...". Così inizia "L'ottavo giorno", uno dei più bei romanzi di Thornton Wilder (vincitore del National Book Award nel 1968), al quale lo scrittore lavorò tra il 1962 e il 1963 in una sorta di esilio volontario nella cittadina di Douglas, in Arizona. Il romanzo si snoda lungo un arco di tempo che va dal 1845 fino alla Seconda guerra mondiale, seguendo e incrociando le drammatiche vicende degli Ashley e dei Lansing, le due famiglie piagate dalla sventura, in una lunga serie di vendette trasversali, dolori equivoci e brucianti rancori di cui le mogli e i figli, inermi testimoni dell'accaduto, rimarranno irrimediabilmente vittime nel corso degli anni fino all'imprevedibile, drammatico esito finale. Un sorprendente romanzo noir e al tempo stesso una struggente, profonda riflessione sulla fatale indecifrabilità del destino degli uomini. Prefazione di John Updike, postfazione di Tappan Wilder.
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Dettagli

2012
26 aprile 2012
384 p., Brossura
9788876156762

Valutazioni e recensioni

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Cristiano Cant
Recensioni: 5/5

Ci sono uomini che portano con dolcezza la loro barca nel bacino d'attracco, e altri invece che ce la sbattono con colpi come d'ariete. Ma saper padroneggiare entrambe le mosse è opera per pochissimi. Servono scaltrezza e istinto, esperienza e umiltà, la lucida presa d'atto di un errore immediato e insieme una lunga fiducia nel proprio tocco. Unicità, sapienza, talento. Nei grandi libri è la stessa cosa, e qui, credetemi, siamo davanti alla potenza di un classico. Anzitutto il grande fiume della giustizia annacquato dalla viscida goccia di uno sbaglio, un uomo in fuga, la sua storia. Partirà da qui un romanzo di grandiosa e irrespirabile bellezza, duro e luminosissimo, sorprendente, selvaggio, sontuoso: "Apri la porta di un armadio, di una stanza, e non trovi nulla, tranne questa risata. Così ugualmente una mente smaniosa di chiarezza - o anche solo di razionalità - diventa a poco a poco sempre più limitata e arida". Cosa vuol dire questo? Nient'altro che l'ineffabile della vita, la sua ombra imprevista, lo sgambetto sornione, dove l'uomo non controlla e tuttavia avverte il suono delle cose. Due famiglie in contrasto fra loro in un'odissea feroce di pagine sublimi, fede e ragione in un duello senza minime clemenze, ma più di tutto e sopra ogni cosa il destino, coi suoi tranelli e la sua corsa, perché "le reti che il fato getta sono molto più ampie e più profonde di quanto esso stesso si renda pienamente conto". Le pulsioni di un giallo dentro una selva di caratteri strani, insofferenti, una catena di eventi che ogni volta li scopre immaturi, e tuttavia l'intuizione che c'è in quelle voci come una svolta che occorre affrontare, un pericolo che si sta annunciando, il ruggito pronto in una gola tranquilla. Il capire viene dal dolore, questo è l'urto più alto che consegnano queste pagine, e anche il piacere viene da scuole di dolore, è quello il suo marchio, la sua laurea, mentre il resto è uno specchio splendido, ma poggiato nel cuore del deserto. Capolavoro!!!!

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sandro landonio
Recensioni: 4/5

Mi sembra sia un libro che è stato scritto come una "summa" delle idee (o delle esperienze) di un uomo. La trama ben congegnata sembra essere l'impalcatura formale entro cui scorrono i veri motivi di composizione del romanzo, che emergono qua e là tramite alcune frasi lapidarie. Credo sia questo il vero messaggio che vuole darci Wilder ed è da queste sparse, intense frasi che il lettore capisce di trovarsi davanti a un testo meditato che può piacere o meno, ma che comunque ci spinge ad una riflessione sulle nostra esperienze di vita. Rispetto ad altri autori statunitensi della sua generazione Wilder mi sembra avere caratteristiche meno spiccatamente americane (più cosmopolite), nonostante sottolinei in più punti del romanzo il grande melting pot della società d'oltreoceano.

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Emma
Recensioni: 5/5

Un libro come pochi.Capolavoro!

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Recensioni

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Conosci l'autore

Thornton Wilder

1897, Madison

È stato uno straordinario scrittore statunitense, premiato con ben tre Pulitzer, uno per il romanzo Il ponte di San Luis Rey (1928) e due per le commedie  Piccola città (1938) e La famiglia Antrobus (1943). Nel 1968 ha vinto il National Book Award per il romanzo L’ottavo giorno. Dopo alcuni anni trascorsi in Cina (suo padre era console generale degli Stati Uniti a Hong Kong) si è laureato a Yale nel 1920. Dopo la laurea Wilder ha studiato a Roma, e nel 1926 pubblica il suo primo romanzo La cabala. Da quel momento in poi la sua carriera di scrittore lo vede coinvolto in una moltitudine di progetti letterari, molti dei quali saranno dedicati al teatro. Ha tradotto in lingua inglese le opere di André Obey e Jean-Paul Sartre, e ha scritto anche i libretti...

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