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Descrizione


Un giovane livornese, nato a metà degli anni Settanta nel quartiere Ovosodo, orfano di madre e con un padre che entra ed esce di prigione, viene aiutato da una professoressa delle scuole medie ad accedere al liceo classico. "Che cosa dolce, crudele, ridicola... la vita".
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Dettagli

1997
DVD
8017229428463
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Premi

    1998 - David di Donatello - Miglior attrice non protagonista - Braschi Nicoletta

Informazioni aggiuntive

Cecchi Gori Home Video, 2008
Mustang
99 min
Italiano (Dolby Digital 5.1)
Italiano per non udenti
Wide Screen

Valutazioni e recensioni

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giacomo
Recensioni: 5/5

Un classico per noi toscani. Da vedere!!

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Ciro Andreotti
Recensioni: 4/5

La voce fuori campo con inflessione Toscana dell’allora esordiente Edoardo Gabriellini, che come parte dei protagonisti fece il suo debutto nell’opera terza di Virzì, ci descrive passo passo cosa significasse crescere in un rione proletario di Livorno, il medesimo dal quale era nato e scappato lo stesso regista, ma anche un quartiere descritto attraverso i suoi stereotipi, le sue manie, le sue consuetudini fatte di amicizie d’infanzia all’ombra dei cortili e di panni stesi alle finestre di condomini dall’aspetto macilento. La vita dell’adolescente Piero si snoda inizialmente fra il porto di Livorno, le letture suggerite dalla professoressa Giovanna, Nicoletta Braschi allontanata per l’occasione dall’inseparabile marito, i guai famigliari con una matrigna che lo sopporta a stento e le difficoltà per arrivare a fine mese, l’amicizia con Tommaso, alias Marco Cocci, all’epoca ancora in bilico fra la carriera d’attore e quella di cantante e leader dei Malfunk, un amico molto lontano dalla sua zona anche antropologica, e che alla fine per quanto controtendenza si scoprirà essere ricco e possidente, e i primi amori consumati con la classica insicurezza dei diciassette anni, fino a un epilogo che chiuderà il cerchio dell’adolescenza per gettare nolente o volente Piero Mansani nell’età adulta. Virzì mette molto della sua Livorno in questa pellicola agrodolce che è un atto d’amore per chi con dedizione e seppur controvoglia arriva a fine giornata, mese e vita senza piegare mai la testa, ma adattandosi a quello che la vita è pronta a offrirgli. Proprio in questo risiede quella che lo stesso Piero definisce malinconia, ovvero il senso d’impotenza e di determinismo nel quale si muove il suo personaggio pur sempre con un perenne sorriso sulle labbra.

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Gostvraiter
Recensioni: 4/5

«Ovosodo» di Paolo Virzì è un valido esempio di cinema “regionale” capace di parlare a tutti, superando le barriere degli usi e costumi locali e del dialetto. Racconta la fine dell’adolescenza di un giovane livornese nato e cresciuto in un quartiere popolare (l’Ovosodo del titolo, soprannome di un rione della città toscana): le piccole trasgressioni a fianco di un compagno di scuola facoltoso, l’iniziazione amorosa e la realtà della vita in fabbrica, destino ineludibile per chi è privo di mezzi economici. Virzì è bravo a trasformare una storia tutto sommato ordinaria in qualcosa di fresco e originale, e a conferire alla commedia un’adeguata amarezza di fondo; la sua regia ha brillantezza e gli attori – all’epoca quasi tutti sconosciuti, a partire dal protagonista, il ventiduenne livornese Edoardo Gabbriellini – se la cavano proprio bene.

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Edoardo Gabbriellini

1975, Livorno

Attore, regista e sceneggiatore italiano. Esordisce nel cinema nel 1997 con Ovosodo di P. Virzì, protagonista perfetto nell’incarnare una gioventù insoddisfatta eppure generosa nell’amara realtà quotidiana. In seguito, è nel cast di altre opere dello stesso Virzì, Baci e abbracci (1999) e Tutta la vita davanti (2008), il primo incentrato sulla volontà di migliorare la realtà provinciale in cui si vive, il secondo sulla precarietà del lavoro e della relativa condizione esistenziale. Nonostante le scarse risorse, nel 2003 debutta come regista e sceneggiatore, realizzando con B.B. e il cormorano uno spaccato malinconico che descrive il desiderio di combattere un disagio e un malessere attraverso la fuga dalla routine. Nello stesso anno è Luca in Ora o mai più di L. Pellegrini, mentre nel 2008...

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