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Anno edizione: 2023
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Il palazzo dei sogni è un romanzo che porta il lettore in un mondo sospeso tra sogno e realtà, nella vicenda di un ragazzo che diventa uomo e nella storia di un impero millenario che sta per tramontare.
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🕌Mark-Alem appartiene ad un’importante famiglia ottomana, i Qyprillinj, che nonostante abbia origini albanesi ormai da secoli si è stabilita ad Istanbul e serve con onore il Sultano. Gli uomini della famiglia hanno sempre ricoperto cariche importanti come visir, ministri, politici e amministratori, ma altri sono caduti in disgrazia, senza una via di mezzo. Quando arriva il momento di introdurre il giovane Mark-Alem al mondo del lavoro non ci sono dubbi: lo aspetta un posto al Tabir Saraj, il Palazzo dei Sogni, un’istituzione misteriosa che ha il compito di selezionare i sogni più importanti della popolazione, interpretandoli per aiutare il governo. Per Mark-Alem è tutto nuovo ed affascinante ma col tempo impara a capire cosa si nasconde veramente all’interno di quelle mura. 🕌Il bello di certi libri è che non assomigliano a nessuna altra lettura tu abbia mai fatto, ed è il caso di questo libro. Mi ha catturata fin dalla copertina, che credo raffiguri la Moschea di Santa Sofia ad Istanbul, che ho visitato anni fa. 🕌Durante la lettura mi sembrava di essere a fianco di Mark-Alem nei corridoi del Palazzo dei Sogni, letteralmente un labirinto pieno di porte tutte uguali e infinite stanze. Ho apprezzato lo stile di scrittura, molto descrittivo, ma mai prolisso, nonostante i capitoli piuttosto lunghi. 🕌Se devo dire cosa mi è piaciuto di più di questo libro sono proprio le parti in cui viene spiegato il funzionamento del Tabir Saraj, che da fuori è un bellissimo palazzo ma pochi conoscono cosa avviene all’interno.
Un romanzo in grado di indagare e mettere in luce il funzionamento dei regimi totalitari del XX secolo. Un’atmosfera assurda e di distopia orwelliana aleggia lungo tutta la narrazione, l’unica in grado di superare la ferrea censura del regime comunista albanese, che lo stesso autore cerca ermeticamente di denunciare. Vari sono i rimandi alle tradizioni balcaniche e albanesi — com’è usuale nell’universo kadareiano che riprende leggende e antichi canti, che tutt’ora sopravvivono in Albania — impersonificati, ne “Il palazzo dei sogni”, dai rapsodi in arrivo dal paese d’origine della famiglia protagonista. Il mondo, scrive Kadare, già in precedenza ha riconosciuto l’importanza dei sogni e il ruolo che questi hanno avuto nei destini degli stati e dei sovrani. Non sogni solitari di persone notevoli, continua in un altro punto, ma il Tabir Totale, ossia i sogni di tutti i cittadini senza esclusione si è prefisso di raccogliere ed esaminare il nostro Palazzo dei Sogni. È evidente l’analogia tra questa situazione e la situazione nella quale si trovavano milioni di cittadini nei regimi totalitari, specialmente nei regimi comunisti della seconda metà del secolo scorso. Regimi nei quali il popolo si sentiva, ed effettivamente si trovava, costantemente sotto sorveglianza, pervaso dalla paura delle spie e dei numerosi fascicoli custoditi dal partito, in cui pensavano potessero emergere anche i pensieri più reconditi (come negli scaffali pieni di dossier nei quali, ad un certo punto, si inoltra Mark-Alemi all’interno del palazzo kafkiano). Le sensazioni venivano nascoste e sotterrate nell’abisso di sé stessi, ma anche lì pareva che potessero essere scovate e condannate, anche nei sogni. Questa stessa paura, e il ferreo controllo, erano ciò che garantiva al regime di sopravvivere, così come i sogni di cui narra Kadare. Un grande romanzo in grado di rappresentare al meglio, con respiro universale, l’assurda e tragica situazione in cui versava l’Albania comunista.
Scritto bene, storia alquanto debole. A volte ridondante
Recensioni
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